Cycling strategy, il maxi piano Ue per la mobilità ciclistica

Il Parlamento Europeo ha approvato una proposta di 18 punti che incoraggia i Paesi membri a compiere azioni per promuovere la ciclabilità con l'obiettivo di raddoppiare, entro il 2030, il numero di chilometri percorsi in bicicletta in Europa. Tra le varie richieste contenute nel testo, si invitano i Paesi membri a ridurre l'IVA sulla vendita, il noleggio e la riparazione di mezzi a due ruote, sia elettrici che tradizionali. Il Portogallo ha già implementato questa richiesta abbassando l'IVA dal 23% al 6%

Cycling strategy Ue mobilità sostenibile

Il Parlamento Ue ha recentemente ratificato la “Cycling strategy”, un piano costituito da 18 punti volti a incoraggiare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto per una mobilità sostenibile. Il testo chiede espressamente ai Paesi membri di destinare risorse per migliorare le infrastrutture e promuovere politiche industriali a sostegno del settore della ciclabilità.

La premessa alla base della strategia è che la bicicletta debba essere considerata “un mezzo di trasporto sostenibile e produttivo a tutti gli effetti”. A tale proposito, è necessario incentivare il settore attraverso una strategia europea volta a raddoppiare, entro il 2030, il numero di chilometri percorsi in bicicletta in Europa.

La strategia per la ciclabilità non si limita a fissare un obiettivo ambizioso, ma individua anche azioni concrete per raggiungerlo. Innanzitutto, si intende promuovere lo sviluppo della ciclabilità attraverso la creazione di “cycle highways” che migliorino la connettività tra le aree suburbane e i centri urbani. Inoltre, si punta a favorire la multimodalità, ossia a creare sinergie tra la ciclabilità e altri mezzi di trasporto, ad esempio attraverso la disponibilità di spazi dedicati alle biciclette sui treni e l’incremento di aree di parcheggio per le bici presso stazioni e centri di mobilità.

Promuovere i produttori europei

La strategia per la ciclabilità prevede anche un’attenzione particolare allo sviluppo dell’industria europea delle due ruote. In questo senso, il Parlamento europeo invita gli Stati membri a sostenere la produzione di biciclette e componenti “Made in Europe”, colmando il divario di investimenti e stimolando la competitività dell’industria UE. Si prevedono azioni concrete volte a promuovere il reshoring e la sicurezza della filiera, incentivando la creazione di posti di lavoro di alta qualità, la creazione di poli ciclistici e il miglioramento della formazione professionale legata all’industria.

Il comparto produttivo della bike industry in Europa è di grande importanza e negli ultimi anni ha visto un vero e proprio boom. Secondo i dati di Eurostat, il Vecchio Continente ha prodotto un totale di 13,5 milioni di biciclette, registrando un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente. Questo risultato è stato ottenuto anche grazie al fenomeno del reshoring, ovvero la tendenza delle aziende a riportare in Europa la catena produttiva per superare le difficoltà legate alla supply chain. In Italia, la Bianchi ha fatto da apripista con un piano complessivo da 40 milioni di euro per la creazione di un nuovo stabilimento produttivo.

Il taglio dell’IVA

Uno dei punti cardine della strategia per la ciclabilità è la sollecitazione ai Paesi membri per la riduzione dell’IVA sulle biciclette. Questa richiesta è stata supportata dalla decisione del governo portoghese, che lo scorso novembre ha abbassato l’IVA dal 23% al 6%, costituendo così un importante precedente per questa strategia che ora fa parte della proposta comunitaria. La riduzione dell’imposta sul valore aggiunto non solo per l’acquisto di biciclette, ma anche per il noleggio e la riparazione, sarebbe di grande beneficio per l’intero settore.