Dal 28 agosto al via l’espansione della Ulez di Londra, ma aumentano le proteste

Al via il più grande cambiamento degli ultimi anni sulle strade della capitale britannica, dove la zona a basse emissioni raddoppierà le sue dimensioni e, per la prima volta, includerà anche l'aeroporto di Heathrow. Intanto, continuano le proteste dei cittadini e militanti del gruppo "Blade Runners", che hanno sabotato circa 400 videocamere di sorveglianza tramite imbrattamento dell'obiettivo con la vernice, l'applicazione di adesivi con "Fcuk Khan" e il taglio dei cavi di alimentazione

ULEZ Londra

Nonostante le recenti critiche e proteste, è tutto pronto per l’avvio dell’espansione della zona a basse emissioni di Londra (Ulez). Il 28 agosto la zona raddoppierà di dimensioni per raggiungere la periferia della capitale britannica, arrivando fino all’aeroporto di Heathrow.

Progettata per contrastare l’inquinamento atmosferico, Ulez rappresenta un grande cambiamento per la mobilità di Londra, coinvolgendo milioni di automobilisti, molti dei quali finora esclusi dal perimetro della prime zone.

Ulez inizialmente copriva il centro della città ed era già stata estesa una volta nel 2021 alle strade circolari settentrionali e meridionali che circondano il nucleo urbano. Impone una tariffa giornaliera di 12 sterline e 50 ai conducenti dei veicoli più datati e inquinanti (principalmente quelli con motore a benzina costruiti prima del 2006 e diesel costruiti prima del 2016), valida sette giorni su sette e 24 ore su 24.

La nuova espansione estenderà questa tariffa a circa 200.000 veicoli, su una flotta totale di circa 2,3 milioni di veicoli che percorrono le strade di Londra in una giornata media.

Nelle ultime settimane sono aumentate in modo esponenziale le proteste, la più eclatante delle quali ha visto militanti appartenenti al gruppo “Blade Runners” condurre atti di sabotaggio che ha coinvolto quasi 400 videocamere di sorveglianza. Azioni che includono l’imbrattamento delle lenti con vernice, l’applicazione di adesivi con scritte come “telecamere spia” o “Fcuk Khan”, e il taglio dei cavi di alimentazione. Tra le “contromisure” adottate dagli attivisti, c’è persino la foto di un individuo che si finge un tecnico smontando una telecamera nella galleria delle immagini pubblicata dalla polizia metropolitana.

Finora sono stati riportati 185 casi di distruzione, 164 di furto e 38 di oscuramento delle telecamere. Tuttavia, è probabile che il numero di telecamere danneggiate sia maggiore e si prevede che aumenterà ulteriormente. Nick Fairholme, direttore del Capital Delivery di TfL, ha condannato questi atti vandalici, dichiarando che tutti gli incidenti vengono segnalati alla polizia. In risposta agli atti di vandalismo e furto, sono state implementate misure di sicurezza aggiuntive per le telecamere Ulez. Alcuni episodi di vandalismo sono stati così gravi che i cavi sono stati lasciati esposti deliberatamente, mettendo a rischio la vita di chiunque tentasse di ripararli.