Energia, nel 2022 l’aumento della dipendenza dalle fonti fossili è stato inferiore di quanto temuto

Lo dice uno studio del think tank britannico Ember. Dopo che la Russia ha tagliato i flussi di gas in seguito all'invasione dell'Ucraina, i paesi europei hanno incrementato la loro dipendenza dai combustibili fossili, su tutti il carbone. Tuttavia, l'aumento è stato inferiore di quanto temuto, perchè l'energia solare ed eolica hanno colmato gran parte del divario, producendo lo scorso anno il 22% dell'elettricità dell'Ue e superando il gas per la prima volta nel mix energetico

ANSA

Nel 2022 l’Unione Europea è corsa alla ricerca di fonti energetiche alternative, dopo che la Russia ha tagliato i flussi di gas in seguito all’invasione dell’Ucraina. Questo ha determinato un aumento della dipendenza dai combustibili fossili – è tornato forte il carbone – e ad un conseguente incremento delle emissioni climalteranti. Tuttavia, l’aumento è stato inferiore di quanto temuto, perchè l’energia solare ed eolica hanno colmato gran parte del divario, producendo lo scorso anno il 22% dell’elettricità dell’Ue e superando il gas per la prima volta nel mix energetico.

Lo rivela l’ultimo report del think tank britannico Ember, European Electricity Review 2023. Lo studio mostra che la generazione solare dell’Ue è aumentata del 24% nel 2022 – un incremento pari a 39 TWh – contribuendo a colmare un divario di approvvigionamento esacerbato soprattutto dalle centrali nucleari francesi, inattive per manutenzione, e da una siccità alimentata dal cambiamento climatico, che ha ridotto la produzione di energia idroelettrica.

Secondo il report inoltre l’elettricità prodotta dai combustibili fossili in Europa potrebbe diminuire sensibilmente nel 2023. L’aumento dei costi e il clima mite hanno già contribuito a ridurre la domanda di energia di circa l’8% nel quarto trimestre del 2022, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Se la traiettoria continua, dice lo studio, i paesi membri potrebbero concentrarsi sempre di più sulle rinnovabili. L’energia idroelettrica ad esempio dovrebbe aumentare di circa 40 terawattora nel 2023.

Eppure gli ambientalisti europei sottolineano che alcuni paesi – tra cui Italia, la Germania e i Paesi Bassi ad esempio – stanno espandendo le proprie infrastrutture per importare maggiori quantità di gas non russo, creando tutti i presupposti per bloccare la domanda di combustibili fossili per decenni.

Nell’ambito dei piani per accelerare il passaggio dell’Europa all’energia pulita, i paesi e i legislatori Ue stanno negoziando un obiettivo di energia rinnovabile più ambizioso per il 2030, che copra settori quali i trasporti e l’industria. Il Parlamento europeo e paesi tra cui Germania, Danimarca e Spagna vogliono un obiettivo del 45% di rinnovabili, mentre Ungheria e Romania sono tra quelli che cercano un obiettivo inferiore del 40%. Secondo gli ultimi dati di Eurostat, nel 2021 la percentuale di energia da fonti rinnovabili nel consumo finale lordo di energia in UE è aumentata solo dello 0,1%. L’elettricità rinnovabile ha coperto il 37,5% dei consumi.