Etichettatura ambientale obbligatoria degli imballaggi, il nuovo metodo Aticelca 502

Nuovo metodo di prova Aticelca 502 sulla separabilità manuale dei componenti di un imballaggio o prodotto in carta è il primo in Italia e in Europa che si affianca al metodo Aticelca 501 per la valutazione della riciclabilità. Comieco ha partecipato ai lavori che hanno portato alla stesura del metodo, che è stata accompagnata da una fase di sperimentazione su dieci diversi campioni e una consultazione pubblica durata tre mesi

Etichettatura ambientale imballaggi Aticelca 502

Dal 1 gennaio 2023 è obbligatoria l’etichettatura ambientale degli imballaggi, dopo numerose proroghe. Questa nuova normativa rappresenta un importante passo avanti nella gestione dei rifiuti e del riciclo del packaging, migliorando la qualità della raccolta differenziata e aumentando la consapevolezza degli utilizzatori e dei produttori di imballaggi e dei cittadini. L’obiettivo principale di questa normativa è di facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero e il riciclo degli imballaggi, fornendo indicazioni chiare sulla corretta raccolta per i consumatori e richiedendo agli operatori economici che immettono gli imballaggi sul mercato di assumersi la responsabilità dell’etichettatura. Ciò costituisce un importante supporto all’ecodesign e alle attività del sistema CONAI. La normativa sull’etichettatura ambientale obbligatoria (precedentemente facoltativa) è stata introdotta dal d.lgs. 116/2020 e le linee guida tecniche sono state pubblicate dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) con il decreto n. 360 del 28 settembre 2022, in seguito al lavoro svolto in collaborazione con il gruppo tecnico del Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI). Le linee guida hanno tenuto conto delle esigenze dei comparti industriali e sono state elaborate per rispettare le direttive europee in materia.

Il metodo 502 è il primo in Italia e in Europa ad affrontare questo tema e si affianca al metodo Aticelca 501 per la valutazione della riciclabilità.

Il lavoro è partito due anni fa con una indagine condotta insieme a Doxa che ha registrato un’ampia propensione dei cittadini ad avere un ruolo attivo nella separazione dei componenti di un imballaggio per poi avviarli al riciclo ed è stato sviluppato da un gruppo di lavoro che ha visto la partecipazione di molti esperti provenienti da cartiere, cartotecniche, utilizzatori di imballaggi del mondo food e della cosmetica, scuole, università e associazioni. Comieco ha partecipato ai lavori che hanno portato alla stesura del metodo, che è stata accompagnata da una fase di sperimentazione su dieci diversi campioni e una consultazione pubblica durata tre mesi.

“Parlando dell’imballaggio cellulosico – spiega il Consorzio Comieco – si può notare che le codifiche che identificano gli imballaggi in carta fanno riferimento all’Allegato II della Decisione 129/97/CE, dove la carta viene classificata per grammatura fino a 150 g/m2, mentre il cartone ha una grammatura superiore a 600 g/m2 e può raggiungere anche i 1100 g/m2. Il cartoncino è invece un manufatto cartario con una grammatura intermedia, definito da una grammatura compresa fra 250 e 450 g/m2. I range di grammatura tra 150 e 250 g/m2 e tra 450 e 600 g/m2 possono essere ambivalenti e spetta al produttore scegliere la categoria. Inoltre, l’abbreviazione alfa-numerica deve essere accompagnata dall’informazione sulla corretta raccolta differenziata, che per l’imballaggio monomateriale è la raccolta della carta”.