Ex Ilva, giovedì 1° luglio sit-in ambientalista a Taranto per vigilare sul fermo della batteria 12

Come disposto dal decreto del ministro dell'Ambiente Roberto Cingolani, lo stabilimento dovrà iniziare e concludere le operazioni di spegnimento entro dieci giorni. Il provvedimento si è reso necessario perché non sono stati completati gli interventi di adeguamento previsti dal piano ambientale del Dpcm 29 settembre 2017. "Il fermo della batteria 12 della Cokeria è importante perché è a prima volta che l'azienda chiede una proroga e non le viene concessa. E la motivazione è connessa al rischio sanitario"

Una veduta aerea dello stabilimento dell'Ilva di Taranto, 2 ottobre 2013. ANSA/UFFICIO STAMPA QUESTURA DI TARANTO ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

“Spegniamola insieme”, è questo lo slogan per il sit-in organizzato giovedì 1° luglio dal Comitato Cittadino per la Salute e l’Ambiente a Taranto sotto la prefettura, nel giorno in cui dovrebbe iniziare il fermo batteria Cokerie dell’ex Ilva, come disposto dal ministro dell’Ambiente Roberto Cingolani. Lo stabilimento dovrà iniziare e concludere le operazioni di spegnimento entro dieci giorni. Il provvedimento si è reso necessario perché non sono stati completati gli interventi di adeguamento previsti dal piano ambientale del Dpcm 29 settembre 2017.

“Comincia lo spegnimento della batteria 12 della Cokeria – dice il Comitato – perché non a norma e perché le sue emissioni cancerogene sono disperse in modo incontrollato nell’ambiente. L’azienda aveva chiesto una proroga ma – dopo una nostra costante e motivata pressione – non è stata concessa”.

Il sit-in inizierà alle ore 10. Alle 10,30 ci sarà  un incontro tra una delegazione di associazioni e il prefetto Demetrio Martino e contemporaneamente un sit-in sotto la Prefettura.  “Il messaggio che lanciamo – dice Alessandro Marescotti di Peacelink, che fa parte del Comitato – è che siamo solo all’inizio, comincia da qui lo spegnimento dell’area a caldo dell’Ilva. Il fermo della batteria 12 della Cokeria è importante perché è a prima volta che l’azienda chiede una proroga e non le viene concessa. E la motivazione è connessa al rischio sanitario“.