Tassonomia, Greenpeace: “l’inserimento di gas fossile e nucleare è una tentata rapina”

Per l’associazione ambientalista questa proposta antiscientifica dell’Unione Europea è il più grande esercizio di greenwashing. Il piano potrebbe dirottare centinaia di miliardi di euro di investimenti privati destinati alle rinnovabili, peggiorando la crisi climatica

Foto di ELG21 da Pixabay

Greenpeace dice no alla proposta della Commissione Europea di etichettare come sostenibili gas fossile e nucleare nell’ambito della cosiddetta tassonomia Ue. “È in corso una tentata rapina – dichiara Ariadna Rodrigo di Greenpeace EU. Qualcuno sta cercando di togliere miliardi di euro alle rinnovabili per buttarli in tecnologie che, come il nucleare e il gas fossile, non fanno nulla per contrastare la crisi climatica o peggiorano attivamente il problema. Per trovare i responsabili basta cercare nella Commissione Europea: qualcuno fa solo finta di prendere sul serio l’emergenza ambientale e climatica”.

Il piano presentato dall’Unione Europea potrebbe dirottare centinaia di miliardi di euro di investimenti privati dalle rinnovabili al gas fossile o alla produzione di energia nucleare, peggiorando la crisi climatica. Oltre a produrre rifiuti radioattivi pericolosi e ingestibili, i reattori nucleari richiederebbero così tanto tempo per essere costruiti che non possono entrare in funzione abbastanza rapidamente per contribuire a raggiungere gli obiettivi climatici che l’UE si è prefissa per il 2030, periodo che la comunità scientifica indica come decisivo per contrastare la crisi climatica. Il gas è inoltre il combustibile più inquinante nell’UE. A questo va aggiunto che l’impennata del suo prezzo ha scatenato una crisi energetica nel Vecchio Continente.

Per Greenpeace, questa proposta antiscientifica dell’Unione Europea è il più grande esercizio di greenwashing di tutti i tempi e si fa beffe delle sue pretese di leadership globale sul clima e sull’ambiente. L’inclusione di gas fossile e nucleare nella tassonomia è sempre più difficile da spiegare come qualcosa di diverso da un regalo a due industrie disperate con potenti legami politici.

Secondo l’associazione ambientalista, in questa figuraccia internazionale dell’UE spicca anche l’Italia, che ha confermato in pieno i “bla bla bla” con cui da tempo attiviste e attivisti del clima bollano politiche e piani nazionali che premiano il gas fossile. “Il governo italiano prima ha dato la colpa del caro bollette alle rinnovabili, poi ha cominciato a straparlare di nucleare per distrarre l’opinione pubblica dal vero obiettivo: promuovere il gas”, dichiara Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia. “La difesa del gas non solo è dannosa per il clima del pianeta, ma è anche un chiaro favore alle big nazionali del settore, che in questi mesi hanno accumulato enormi extraprofitti, rivendendo a caro prezzo il gas – acquistato dalla Russia a cifre inferiori rispetto a quelle di mercato – e facendo pagare il conto ai consumatori e alle aziende del settore delle rinnovabili”.

Passando al nucleare, dopo aver fantasticato di un fantomatico ritorno all’atomo, l’Italia a Bruxelles ha ammesso che questo salto indietro nel passato non avverrà mai. Al tempo stesso, ha chiesto limiti di emissione per le centrali a gas fossili analoghi a quelle delle centrali a carbone. Per Greenpeace Italia, quella del governo Draghi è insomma Finzione Ecologica allo stato puro.