Genova, stop definitivo ai cassonetti intelligenti: spesi 30 milioni per 5.700 bidoni

Il progetto avviato nel 2022 da Amiu per introdurre cassonetti “smart” si ferma dopo tre anni. Installati solo un quinto dei contenitori previsti e mai attivata la tariffa puntuale. L’assessora Pericu: “L’obiettivo era raggiungere il 65% di raccolta differenziata entro il 2027, ma la media cittadina resta al 54%”. Pesa l'incompatibilità del progetto con altri cantieri e piani urbani

Genova, stop definitivo ai cassonetti intelligenti

A Genova si chiude l’esperimento dei cassonetti intelligenti, iniziato nel 2022 con l’obiettivo di modernizzare la raccolta dei rifiuti e incrementare la differenziata. Dopo tre anni di attività e 30 milioni di euro spesi, il progetto si ferma definitivamente: su 26.000 cassonetti previsti, ne sono stati installati circa 5.700, di cui solo 400 ancora da posizionare a Sampierdarena.

L’assessora all’Ambiente Silvia Pericu, nel corso di un intervento in Consiglio comunale, ha confermato lo stop definitivo all’iniziativa, precisando che la spesa complessiva comprende 17 milioni per i bidoni e il resto per i camion bilaterali dedicati alla nuova modalità di raccolta.

“L’obiettivo era raggiungere il 65% di raccolta differenziata entro il 2027, ma la media cittadina resta al 54%”, ha spiegato Pericu, aggiungendo che l’incompatibilità del progetto con altri cantieri e piani urbani ha reso impossibile proseguirne la diffusione.

I cassonetti intelligenti, installati nei quartieri di Staglieno, Oregina, Albaro e Nervi, hanno contribuito a un aumento medio della raccolta differenziata del 3% all’anno, ma il sistema non è mai stato attivato nella sua parte tecnologica, ovvero quella relativa alla quantificazione elettronica del conferimento, che avrebbe dovuto introdurre la tariffa puntuale.

“La fase sperimentale non ha permesso di introdurre correttivi”, ha ammesso Pericu, precisando che non verranno acquistati nuovi contenitori. Amiu e il Comune valuteranno invece come ottimizzare l’utilizzo dei bidoni esistenti e migliorare la sensibilizzazione dei cittadini.

Più critico il commento del consigliere Lorenzo Garzarelli (Avs), promotore dell’interrogazione in aula: “È stato un fallimento costoso, che ha prodotto un danno economico e d’immagine per la città. Sono stati spesi 30 milioni di euro pubblici per un progetto rimasto incompiuto”.

L’esperienza dei cassonetti smart, pensata per trasformare Genova in un modello di raccolta tecnologica, si chiude dunque con un bilancio negativo, lasciando sul tavolo la necessità di ridefinire le strategie di gestione dei rifiuti urbani e di educazione ambientale.

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