Giornata Mondiale dell’Ambiente 2025, soluzioni e inclusione contro l’inquinamento da plastica

Il 5 giugno, la Giornata Mondiale dell’Ambiente richiama l’attenzione sulle soluzioni per porre fine all’inquinamento da plastica e sull’importanza di una transizione giusta verso un’economia circolare che riconosca il contributo dei lavoratori informali dei rifiuti. Organizzazioni internazionali, cooperative e programmi nazionali puntano all’inclusione di questi operatori essenziali nei sistemi ufficiali di gestione dei rifiuti, attraverso tutele, formazione e riconoscimento del loro ruolo strategico

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La Giornata Mondiale dell’Ambiente 2025, in programma il 5 giugno, pone al centro del dibattito globale la necessità di trovare soluzioni per porre fine all’inquinamento da plastica. L’edizione di quest’anno promuove un confronto sui modelli di transizione verso un’economia circolare e sul ruolo che i raccoglitori informali di rifiuti possono svolgere all’interno dei futuri sistemi di gestione dei materiali plastici.

Secondo Elisa Tonda, responsabile della divisione Risorse e Mercati del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), queste figure rappresentano una componente essenziale nella raccolta e nel trattamento dei rifiuti plastici, in particolare nei Paesi in via di sviluppo. Per Tonda, una risposta globale efficace deve essere anche inclusiva: “È fondamentale che i raccoglitori informali vengano coinvolti nella progettazione delle soluzioni contro l’inquinamento da plastica”.

Nel 2024, si stima che siano state prodotte circa 400 milioni di tonnellate di plastica, una quantità che contribuisce a una crisi ambientale crescente, legata alla diffusione di sostanze tossiche e microplastiche nei sistemi naturali e alimentari.

Studi recenti evidenziano che i raccoglitori informali, singoli od organizzati in cooperative, gestiscono fino al 60% dei rifiuti plastici raccolti a livello globale. Tuttavia, molti di loro operano senza diritti formali o copertura sanitaria, sebbene siano esposti quotidianamente a rischi fisici e a condizioni lavorative precarie.

Per l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), rappresentata da Moustapha Kamal Gueye, una transizione sostenibile deve prevedere tutele per chi lavora nei settori chiave del riciclo. “I principi fondamentali del lavoro dignitoso, compreso un ambiente sicuro e salubre, devono valere anche per i raccoglitori informali”, afferma Gueye, sottolineando che una vera transizione non può escludere milioni di lavoratori essenziali.

Diversi Stati stanno introducendo normative di responsabilità estesa del produttore (EPR), che impongono alle aziende produttrici la responsabilità nella gestione del ciclo di vita dei prodotti in plastica. In questi sistemi, i raccoglitori di rifiuti possono assumere un ruolo operativo cruciale.

“Eliminare l’inquinamento da plastica richiede l’impegno di tutti, inclusi i milioni di raccoglitori informali”, conclude Elisa Tonda. “Riconoscere il loro contributo significa garantire che possano continuare a sostenere sé stessi e le loro famiglie”.

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