Giustizia ambientale, Commissione Ue facilita i riesami richiesti dalle ong sugli aiuti di Stato

La Commissione europea ha adottato alcune modifiche normative per garantire al pubblico l'accesso alla giustizia in materia ambientale. Nello specifico si tratta di consentire alle organizzazioni non governative di chiedere alla Commissione di riesaminare determinate decisioni in materia di aiuti statali, per stabilire se esse violino il diritto ambientale dell'Unione europea

La Commissione europea ha adottato alcune modifiche normative per garantire al pubblico l’accesso alla giustizia in materia ambientale. Nello specifico si tratta di consentire alle organizzazioni non governative di chiedere alla Commissione di riesaminare determinate decisioni in materia di aiuti statali, per stabilire se esse violino il diritto ambientale dell’Unione europea.

“L’Unione europea, in qualità di parte della convenzione di Aarhus, è fermamente impegnata a rispettare i propri obblighi internazionali – ha commentato Teresa Ribera, Vicepresidente esecutiva per una Transizione pulita, giusta e competitiva – La protezione dell’ambiente è una priorità assoluta dell’agenda della Commissione e vogliamo rimanere all’avanguardia in quest’ambito a livello internazionale. Questo nuovo meccanismo di riesame trova il giusto equilibrio tra l’accesso alla giustizia nel settore del diritto ambientale dell’Unione e le specificità della procedura in materia di aiuti di Stato”.

Il riesame prevede in particolare le condizioni seguenti, come precisato nel codice delle migliori pratiche:

  • qualsiasi ONG che soddisfi una serie di criteri può presentare una richiesta di riesame. Tali criteri riguardano l’indipendenza delle ONG, la natura e l’attività senza scopo di lucro in relazione alla richiesta, nonché la comprovata esperienza nel settore dell’ambiente;
  • gli atti che possono essere oggetto di richiesta di riesame sono decisioni definitive in materia di aiuti di Stato che concludono un procedimento di indagine formale avviato a norma dell’articolo 108, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (“TFUE”) constatando che una misura è compatibile con il mercato interno (“decisione positiva”) o può essere compatibile a determinate condizioni (“decisione condizionale”). Il riesame può essere richiesto per tutti i motivi di compatibilità ai sensi del TFUE per l’autorizzazione di aiuti di Stato, ad eccezione delle decisioni definitive adottate a norma dell’articolo 107, paragrafo 2, TFUE (“aiuti a carattere sociale concessi ai singoli consumatori” e “aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali”), e dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), TFUE per quanto riguarda gli aiuti “destinati a porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro”;
  • le ONG ammissibili dovrebbero dimostrare che l’attività sovvenzionata o uno qualsiasi degli aspetti della misura di aiuto di Stato approvati dalla decisione della Commissione, che sono inscindibili dall’obiettivo dell’aiuto (“indissolubilmente legati”), violano una o più norme specifiche del diritto ambientale dell’UE;
  • la richiesta dovrà essere presentata mediante un modulo entro 8 settimane dalla pubblicazione della decisione in materia di aiuti di Stato nella Gazzetta ufficiale. La Commissione risponderà entro 16 settimane dalla scadenza del termine di otto settimane. Tale termine può essere esteso a 22 settimane in casi giustificati. La Commissione pubblicherà le richieste e le risposte su un sito web apposito;
  • i richiedenti possono contestare la risposta della Commissione dinanzi alla Corte di giustizia dell’UE.

La modifica del regolamento di esecuzione impone agli Stati membri di confermare nel modulo di notifica dell’aiuto di Stato che né l’attività sovvenzionata né la misura di aiuto violano il diritto ambientale dell’UE.

Entrata in vigore e applicazione

Le ONG ammissibili potranno presentare domande di riesame sulle decisioni definitive in materia di aiuti di Stato che autorizzano gli aiuti notificati dagli Stati membri, a partire da due mesi dopo la pubblicazione delle modifiche del regolamento di esecuzione nella Gazzetta ufficiale.

Le richieste possono riguardare anche le decisioni definitive che autorizzano aiuti non notificati, qualora la decisione di avviare il procedimento ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 2, TFUE sia stata adottata dopo la pubblicazione delle modifiche del regolamento di esecuzione nella Gazzetta ufficiale.

Prossime tappe

Nel quarto trimestre del 2025 la Commissione pubblicherà sul suo sito web orientamenti sulla nozione di “legame indissolubile”, condizione necessaria per accertare una violazione del diritto ambientale dell’UE in una procedura in materia di aiuti di Stato.

L’adozione delle modifiche al regolamento di esecuzione e del codice delle migliori pratiche riveduto fanno seguito alle conclusioni del 2021 del comitato di controllo dell’osservanza della convenzione di Aarhus, secondo le quali l’UE viola la convenzione di Aarhus in quanto i cittadini non possono impugnare le decisioni in materia di aiuti di Stato, adottate a norma dell’articolo 108, paragrafo 2, TFUE, che potrebbero violare il diritto ambientale dell’UE.

Il 17 maggio 2023 la Commissione ha adottato una comunicazione che individua le opzioni per dare seguito alle conclusioni del comitato di controllo dell’osservanza della convenzione di Aarhus al fine di creare una nuova procedura.

Il 30 maggio 2024 la Commissione ha pubblicato un invito a presentare contributi, seguito da una consultazione mirata aperta dal 1º luglio 2024 al 6 settembre 2024. Dal 7 febbraio al 21 marzo 2025 la Commissione ha tenuto una consultazione pubblica con i portatori di interessi, attraverso cui ha raccolto i pareri degli Stati membri, delle autorità pubbliche, dei cittadini, delle imprese, delle associazioni imprenditoriali e delle organizzazioni (comprese le ONG ambientaliste), degli avvocati e del mondo accademico sui progetti di modifica del regolamento di esecuzione e del codice delle migliori pratiche.

Per ulteriori informazioni

Le norme rivedute sono accompagnate da un documento di lavoro dei servizi della Commissione che valuta la portata, il contenuto e i probabili impatti della nuova procedura e sintetizza le informazioni ricevute nel corso delle attività di consultazione organizzate dalla Commissione.

Articolo precedenteA Roma dal 17 al 19 maggio associazioni ed esperti in piazza contro l’inceneritore di Roma
Articolo successivoZero Waste a Roma: “Economia circolare e democrazia dei territori alternative all’inceneritore”