Greenpeace: possibile tagliare del 28% le importazioni di petrolio Ue dalla Russia agendo sui trasporti

Le misure a breve termine indicate da Greenpeace - tra cui il divieto dei voli a corto raggio, limiti di velocità più bassi, biglietti accessibili per il trasporto pubblico, mobilità ciclabile e su rotaia, estensione dello smart working - permetterebbero di ridurre del 7,1 per cento i consumi europei di greggio. Attualmente circa il 25 per cento del petrolio consumato nell'Ue proviene dalla Russia

Nel breve termine l’Unione Europea potrebbe ridurre il consumo di petrolio di 40 milioni di tonnellate all’anno e tagliare le importazioni di greggio dalla Russia del 28 per cento, risparmiando circa 19,7 miliardi di euro. È quanto emerge da una nuova analisi di Greenpeace Central Eastern Europe che indica dieci misure da applicare al settore dei trasporti, fortemente dipendente dal petrolio. Queste misure ridurrebbero inoltre le emissioni di gas serra dell’UE di 144 milioni di tonnellate all’anno, pari a quelle prodotte da 93 milioni di automobili, accelerando la decarbonizzazione del settore dei trasporti, responsabile di più di un quarto delle emissioni climalteranti europee.

Le misure a breve termine indicate da Greenpeace – tra cui il divieto dei voli a corto raggio, limiti di velocità più bassi, biglietti accessibili per il trasporto pubblico, mobilità ciclabile e su rotaia, estensione dello smart working – permetterebbero di ridurre del 7,1 per cento i consumi europei di petrolio.

“Ogni giorno il nostro sistema di trasporto dipendente dai combustibili fossili alimenta la guerra della Russia in Ucraina. Per sostenere la pace, l’Europa deve fermare le importazioni di petrolio russo il più rapidamente possibile, adottando nell’immediato misure per ridurne il consumo”, dichiara Federico Spadini, campagna trasporti di Greenpeace Italia. “I governi europei devono impegnarsi per liberare la mobilità da tutte le fonti fossili, ovunque siano estratte. Solo un sistema di trasporto completamente libero dal petrolio e da false soluzioni potrà garantire un futuro verde e di pace”.

Attualmente circa il 25 per cento del petrolio consumato nell’UE proviene dalla Russia. L’UE continua a finanziare la guerra in Ucraina attraverso le sue importazioni di combustibili fossili: insieme al Regno Unito, l’UE paga alla Russia quasi 200 milioni di euro al giorno solo per le importazioni di petrolio. Finora i governi europei sono stati riluttanti a includere il petrolio nelle sanzioni verso Mosca e non sono riusciti a concordare l’embargo sul greggio. Inoltre, nonostante circa il 70 per cento del petrolio consumato in Europa venga usato per i trasporti, l’Unione Europea ha ignorato il settore nella bozza del piano REPowerEU per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia.

Greenpeace chiede alla Commissione europea e ai leader dell’UE di promuovere la pace in Europa mettendo al bando il prima possibile il petrolio russo, adottando misure nel settore dei trasporti per ridurne il consumo, e di accelerare l’abbandono di tutti i combustibili fossili, che alimentano guerre e conflitti e sono la causa principale della crisi climatica in corso.

Il report di Greenpeace Central Eastern Europe (in inglese) è disponibile QUI.