Incendio deposito abusivo di pneumatici ad Ardea (RM). Legambiente: “L’ennesimo nel Lazio legato ai rifiuti”

Dopo l'incendio dell'8 aprile divampato ad Ardea (RM) in un deposito abusivo di pneumatici, Legambiente parla di come sia: "L'ennesimo disastro ambientale causato dalla mala gestione dei rifiuti, sulla pelle delle persone. Il Lazio è la quarta regione italiana per numero di incendi in impianti di trattamento rifiuti, con oltre 145 episodi negli ultimi 10 anni, dati preoccupanti che emergono dal Rapporto Ecomafia 2023". Intanto la Asl Roma 6 ha fatto sapere che sta conducendo dei controlli sulla qualità dell'aria e un campionamento di matrice vegetale su ortaggi a foglia larga e foraggio

Credit foto: Asl Roma 6

Lunedì 8 aprile ad Ardea (RM), in località Montagnano è divampato un incendio all’interno di un deposito abusivo di pneumatici. Secondo Legambiente Lazio si tratta di un: “Ennesimo disastro ambientale causato dalla mala gestione dei rifiuti, sulla pelle delle persone”.

L’incendio – continua Legambiente – che nelle passate ore ha riempito di nero il cielo a sud della capitale, è stato l’ennesimo del Lazio, legato al ciclo dei rifiuti: sia per quanto riguarda impianti di smaltimento che discariche abusive. Legambiente ricorda infatti che il Lazio è la quarta regione italiana per numero di incendi in impianti di trattamento rifiuti, con oltre 145 episodi negli ultimi 10 anni, dati preoccupanti che emergono dal Rapporto Ecomafia 2023“.

“L’incendio di pneumatici ad Ardea è un nuovo disastro ambientale che cala sulla pelle delle persone – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -. Sulle responsabilità puntuali del terribile rogo indagano le autorità competenti, verso le quali ci mettiamo a disposizione, con i dati degli ecoreati da smaltimento illecito. Quel fumo nero, pieno di diossine e di impatti per la nostra salute, è generato da un sistema di smaltimento dei rifiuti e di rigenerazione della materia prima seconda che deve fare passi da gigante, perché se continua a mancare il circuito virtuoso dell’economia circolare, si continuano a lasciare spazi immensi a chi smaltisce illecitamente: le conseguenze sono anche e soprattutto momenti di impatto ambientale terribile come questo ultimo incendio”.

“Legambiente ricorda che negli ultimi 5 anni di criminalità ambientale ,dal 2018 al 2022, sono stati 6.211 i reati ambientali accertati a Roma e ben 13.040 quelli nel Lazio, quinta peggior regione: quella di Roma è stata la provincia più colpita in assoluto, nel 2022, con 1.315 illeciti. Nello stesso quinquennio però, per i reati di smaltimento illecito dei rifiuti il Lazio sale al terzo posto, sul podio delle peggiori regioni in assoluto con 3.361 reati”, conclude l’associazione.

Le comunicazioni dell’ASL

La ASL Roma 6, poi, ha fatto sapere che: “Il personale ARPA Lazio ha proceduto ad installare una centralina per il monitoraggio della qualità dell’aria. In attesa degli esiti delle indagini analitiche condotte, verranno a breve fornite ai sindaci dei comuni presumibilmente interessati le seguenti indicazioni preliminari a tutela della salute della popolazione laddove sia visibile il fumo e l’odore dovesse essere intenso:

– Tenere chiuse porte e finestre

– Limitare gli spostamenti allo stretto necessario

– Lavare con accuratezza frutta e verdura di produzione propria.

Nella mattina di martedì 9 aprile, la ASL condurrà a una più particolareggiata ricognizione del territorio e al campionamento di matrice vegetale, iniziando dalle aree più vicine al luogo dell’incendio. Verranno prelevati campioni di ortaggi a foglia larga e foraggio per verificare se c’è stata una eventuale contaminazione da combustione e nel caso di quale entità”.