A cinque mesi dalla decisione del Consiglio d’ambito di puntare sul termovalorizzatore del Gerbido per aumentare le capacità di incenerimento rifiuti del Piemonte, abbiamo ripreso il filo del discorso con Paolo Foietta, presidente dell’Autorità Rifiuti regionale.
Foietta ma questa quarta linea del Gerbido si fa o no? Perché è un po’ che non ne sentiamo notizia.
Stiamo andando avanti nella definizione dei requisiti di progettazione di questa quarta linea. Insieme al Politecnico., nel mese di giugno, si è insediata la Commissione che deve definire quali sono i requisiti a tutela della popolazione, delle condizioni di sicurezza, di tutte le misure utili per minimizzare quelli che possono essere gli impatti. Tutto questo sarà concluso entro il mese di ottobre e dopodiché consegnato a TRM. Solo allora TRM comincerà la progettazione, sulla base dei requisiti che sono stati definiti da questo tavolo di lavoro che vede oltre all’Autorità piemontese dei rifiuti, il Politecnico, la Città metropolitana e ARPA.
L’obiettivo è di rispondere a tutte le esigenze che sono state sollevate, anche le richieste di garanzie da parte dei territori, in modo che sia ben chiaro che quello che si progetta non è quello che fa comodo a Iren, ma quello che è nell’interesse della città.
Se i criteri di progettazione alzano le qualità, i requisiti, le necessità di quello che si deve fare, chi paga?
Come succede già adesso, l’affidamento del servizio riguarda un certo numero di anni. Questo affidamento del servizio paga, sulla base della tariffa che viene applicata fino adesso, l’investimento di TRM. Quindi non esiste denaro pubblico che viene speso, esiste in questo momento la definizione di quella che sarà la tariffa. Ricordo che la tariffa di TRM è in Italia la migliore tariffa dal punto di vista dell’incenerimento. Stiamo ragionando per stare entro i 120 euro la tonnellata. In tutto il resto d’Italia è almeno di 140-150 euro la tonnellata. L’obiettivo con la quarta linea è di fare meglio e non di aumentare i costi, ma se possibile di ridurli. L’investimento quindi è totalmente a carico di IREN a fronte di una concessione di gestione del servizio che sarà contrattata sulla base di un certo numero di anni.

Il tema polemico o interrogativo è se c’è bisogno di continuare a avere tutta questa raccolta indifferenziata e poi bruciarla.
Ricordo che la valutazione della necessità quarta linea viene fatta sulla base non della situazione attuale, ma di una situazione che deve raggiungere negli anni obiettivi di riduzione di raccolta differenziata, di riduzione di chili di quantità di rifiuto indifferenziato pro capite e anche di aumento della qualità della raccolta indifferenziata.
Gli obiettivi dicono che bisogna raggiungere un’rd intorno all’80%, che purtroppo consideriamo molto difficile sulla base dei dati che stanno arrivando. Adesso siamo intorno al 67%. Arrivare all’82% come dice il Piano Regionale è abbastanza improbabile, ma anche solo arrivare intorno all’80 è un obiettivo estremamente ambizioso. L’altro obiettivo è quello di ridurre le quantità di rifiuti prodotti di circa un 10% rispetto al target iniziale, quindi arrivare più o meno a 2 milioni di tonnellate di rifiuti totali. Purtroppo il trend vede l’aumento dei rifiuti non solo in Piemonte, ma in tutta Italia, quindi è un obiettivo che non si sta centrando. La raccolta differenziata deve essere all’ordine dell’80, ogni punto di raccolta differenziata in meno equivale a più di 20.000 tonnellate in più da mandare in questo momento al termovalorizzatore oppure in discarica:
Con la quantità di impiantistica che realizzeremo, con il dimensionamento che abbiamo previsto per la quarta linea noi abbiamo assolutamente bisogno, che si faccia bene la differenziata, cosa che attualmente non si fa. Che ci sia un minore ricorso a quello che è lo smaltimento, che ci sia una minore produzione di rifiuto indifferenziato, anche perché ricordo che seguendo quelle che sono le politiche della Commissione europea, noi dovremo arrivare per il 2035 alla chiusura progressiva di tutte le discariche e quindi di passare a un sistema che vede in forte riduzione lo smaltimento e in favore del recupero di materie e in parte dal recupero energetico.
Quindi se andiamo avanti come adesso, business as usual, mi sta dicendo che la quarta linea non basta?
La cosa che sto dicendo è che noi dobbiamo spingere la raccolta differenziata con tutte le politiche di sostegno che oggi sono necessarie per farci bastare la quarta linea. Perché in questo momento oltretutto noi abbiamo uno scarto del 25% su ciò che viene raccolto nella differenziata, un 25% che ritorna in discarica oppure che va al termovalorizzatore. L’obiettivo del piano regionale è quello di riportare lo scarto al massimo al 18 per cento , ma sappiamo che questo è un obiettivo molto complicato da raggiungere e quindi anche su quello bisogna impegnarsi.
Il mio appello è che bisogna che tutti i consorzi, che tutte le realtà si impegnino il più possibile nella raccolta differenziata per evitare che alla fine della realizzazione della quarta linea noi ci troviamo con un impianto troppo piccolo rispetto a quelle che sono le necessità, perché gli obiettivi non sono stati centrati.
Visto l’aumento della raccolta differenziata a cui noi tendiamo, bisogna che questo si accompagni anche a una qualità della raccolta differenziata adeguata, perché sappiamo che raccogliere in modo differenziato comporta un aumento dei costi elevato. Dobbiamo fare in modo che alla fine a questi non si debba sommare anche dei costi elevati di smaltimento, perché se raccogliamo un insieme di materiali che alla fine non possono essere recuperati ritornano agli impianti di smaltimento