Inceneritore Roma, il Consiglio di Stato boccia i ricorsi. Le associazioni: “La città ha perso”

La sentenza è arrivata il 9 febbraio. Di fatto, in 125 pagine, il Cds conferma la legittimità delle ordinanze firmate dal sindaco di Roma Capitale in qualità di commissario straordinario per il Giubileo, approvando il piano di gestione dei rifiuti di Roma Capitale, la Valutazione ambientale strategica (Vas) e l'individuazione dell'area di Santa Palomba come sito per realizzare l'impianto

Inceneritore Roma Consiglio di Stato
Credit immagine: Rete Tutela Roma Sud

Avanti con l’inceneritore di Roma. Dopo il ricorso presentato al Consiglio di Stato da parte di numerose associazioni e amministrazioni comunali del territorio a Sud della Capitale, dove la giunta Gualtieri ha deciso di realizzare l’impianto, il 9 febbraio l’Organo di giustizia ha pubblicato la sua sentenza.

Di fatto, in 125 pagine, il Cds conferma la legittimità delle ordinanze firmate dal sindaco di Roma Capitale in qualità di commissario straordinario per il Giubileo, approvando il piano di gestione dei rifiuti di Roma Capitale, la Valutazione ambientale strategica (Vas) e l’individuazione dell’area di Santa Palomba come sito per realizzare l’impianto.

Come spiega la sentenza del Consiglio di Stato: “Il sito prescelto è stato ritenuto conforme ai criteri localizzativi previsti dal piano regionale di gestione dei rifiuti ed è stato chiarito che gli ulteriori profili di tutela della salute e di compatibilità ambientale dell’opera rispetto alla presenza di luoghi sensibili nonché di tutela del patrimonio culturale dovranno essere approfonditi nel corso del successivo iter autorizzatorio”.

Oltre a questo, sulla sentenza si legge che “la previsione della realizzazione di un inceneritore, consentendo il recupero di rifiuti come combustibile per la produzione di energia rappresenta di per sé un miglioramento del ciclo di gestione perché riduce i conferimenti in discarica e l’impatto ambientale derivante dal trasporto presso impianti di recupero o di smaltimento non presenti nell’area di Roma Capitale (…). Peraltro, deve rilevarsi che secondo quanto chiarito dalla Corte di giustizia UE con sentenza 8 maggio 2019 in causa C – 305/18 “…la gerarchia dei rifiuti costituisce un obiettivo che lascia agli Stati membri un margine di discrezionalità, non obbligando questi ultimi ad optare per una specifica soluzione di prevenzione e gestione”.

La reazione delle associazioni di Rete Tutela Roma Sud

Da sempre in prima linea contro la realizzazione dell’inceneritore di Santa Palomba, la Rete Tutela Roma Sud, in una nota ha dichiarato che, con la recente sentenza:

Roma ha perso, ACEA ha vinto. Pero ora. Il Consiglio di Stato ha sancito il fallimento della raccolta differenziata, condannando Roma ai cassonetti stradali per garantire agli inceneritori di ACEA i rifiuti da bruciare e i relativi profitti. Infatti, tra San Vittore e Santa Palomba ne verrà bruciato 1 milione di tonnellate l’anno. Il giudice ha scritto che possono essere usati i poteri straordinari del Commissario per occuparsi della gestione ordinaria dei rifiuti, riconoscendo che l’inceneritore non c’entra nulla con il maggior afflusso di pellegrini previsti per il giubileo, che era stato indicato dal legislatore quale motivazione dei poteri speciali. In pratica vengono violate regole e diritti, che servirebbero a tutelare la città e la salute dei suoi cittadini, a vantaggio di ACEA che gestirà l’impianto. Dopo l’affidamento della concessione a maggio, dovranno fare il progetto esecutivo e sottoporlo a valutazione di impatto ambientale. Noi ci saremo”.

Il Comitato No Inceneritore a Santa Palomba, poi, ha fatto sapere che dalle ore 16:00 alle ore 19:00 si riunirà in assemblea proprio davanti al sito in Via Ardeatina. “Ci sono volute 88 pagine al Consiglio di Stato per non accogliere l’appello. Continueremo a batterci con tutta la determinazione di sempre. La tutela dell’ambiente e il diritto alla trasparenza sono nella Carta dei diritti UE”.