Rete Tutela Roma Sud: “Con l’inceneritore rischi per la salute anche con emissioni nei limiti”

Da un lato le motivazioni che spingono i cittadini a continuare la battaglia contro l'inceneritore da 600mila tonnellate che verrà realizzato nel quadrante Sud della Città Metropolitana di Roma continuano a non essere ascoltate dalla giunta capitolina, dall'altro le associazioni e comitati non retrocedono di un passo in merito al loro NO Inceneritore. Il 12 giugno la Rete Tutela Roma Sud - che vede la partecipazione di ben 21 associazioni locali - ha diramato una nota riassuntiva del convegno informativo organizzato ad Albano Laziale lo scorso 6 giugno circa i rischi per la salute e per il territorio che, secondo i relatori, comporterà l'impianto. Ma non solo, perché la nota è anche una chiara risposta alle scuse di Gualtieri in merito ai nuovi ritardi nella raccolta rifiuti

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Credit foto: Rete Tutela Roma Sud

Nella giornata del 12 giugno, la Rete Tutela Roma Sud – costituita da 21 associazioni e comitati di Roma Sud e Castelli Romani per la difesa del territorio – ha diramato una nota riassuntiva del convegno organizzato lo scorso 6 giugno ad Albano Laziale per informare la cittadinanza sui rischi per la salute che comporterebbe l’inceneritore di Santa Palomba. Le dichiarazioni della Rete, poi, sono anche una chiara risposta alle scuse che Gualtieri ha rilasciato circa i nuovi ritardi riscontrati nella raccolta rifiuti.

Credit foto: Rete Tutela Roma Sud

Nella nota si legge:

“Se Gualtieri ha bisogno di rifiuti per strada per giustificare il termovalorizzatore, cambiamo tipo di impianto e Commissario. Ciclicamente ci si accorge che Roma è sporca e puzza, non per risolvere il problema, ma per giustificare scelte che avvantaggiano la lobby di turno, il sindaco chiede scusa, ma il suo piano di gestione dei rifiuti non dice nulla in merito alle vere cause del problema: l’assenza di regolamentazione e controlli sul conferimento e l’indispensabile superamento della raccolta stradale.

Le associazioni e i comitati della Rete Tutela Roma Sud hanno fatto quello che dovrebbe fare il sindaco della Città Metropolitana, cioè ascoltare esperti indipendenti, i sindaci dei comuni, le parti sociali e i cittadini sulla soluzione migliore per i rifiuti.

In due ore è stato possibile ascoltare il punto di vista della scienza sulla pericolosità ambientale degli inceneritori, presentato da Federico Valerio, già responsabile del Servizio di chimica ambientale dell’istituto tumori di Genova, che ha illustrato i rischi per la salute anche qualora le emissioni inquinanti rispettino i limiti previsti. Poi Daniele Fortini, ex AD di AMA, ha spiegato senza mezzi termini che i termovalorizzatori sono il simbolo del fallimento, quando non si è stati capaci di intervenire prima con soluzioni di riduzione, riuso e
riciclo, sulla base delle migliori tecnologie disponibili. Oggi è responsabile dell’Autorità d’ambito della Toscana tirrenica, dove sta realizzando quanto pianificato dalla Regione Lazio nel 2020, cioè la progressiva dismissione degli impianti di incenerimento, sostituiti da impianti innovativi improntati a un modello di economia circolare.

La bontà delle scelte meno impattanti trova riscontro anche nell’enciclica Laudato Si di Papa Francesco, illustrata con sincera passione da Marcella Costagliola, che ha condiviso la necessità di affrontare l’unica crisi ambientale e sociale, perché nell’ambito dell’economia circolare è possibile generare lavoro di qualità, obiettivo sostenuto da Natale di Cola, segretario regionale della Cgil e da Maurizio Marchini, presidente dell’associazione Laboratorio di idee dei lavoratori AMA per l’ambiente, che hanno sottolineato anche come il problema del decoro sia legato al sistema di raccolta stradale, che Gualtieri non vuole modificare.

Ulteriori dubbi sulla sostenibilità urbanistica di questa scelta scellerata li ha sollevati il consigliere del XII municipio Fabio Vittorini, eletto con la lista Calenda, ingegnere, ha saputo spiegare bene le criticità del gigantismo impiantistico in una realtà estesa come Roma.

Monsignor Vincenzo Viva, Vescovo della Diocesi di Albano, ha sottolineato la necessità di ascoltare il territorio, diritto riconosciuto dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali, ma negato dal Sindaco Gualtieri, che non pubblica il progetto presentato da ACEA, SUEZ, Hitachi e Caltagirone. Tutto questo davanti a una platea composta da 200 cittadini, insieme ai Sindaci di Albano, Castel Gandolfo e Marino. Il territorio chiede soluzioni che ridiano decoro alla città e trasformino gli scarti in materie prime e lavoro, senza bruciarci il futuro, attraverso un tavolo tecnico partecipato per individuare le migliori soluzioni impiantistiche disponibili.

Se il sindaco Gualtieri non è capace, è ora che si faccia da parte e venga nominato un Commissario in grado di risolvere il problema entro il 2023“.

Credit foto: Rete Tutela Roma Sud