Inceneritore Roma: tra nuove indagini, autorizzazioni e Valutazione di impatto ambientale

Indagine della Corte dei Conti sulle nomine dei dirigenti coinvolti nel progetto dell’inceneritore di Roma. Nel frattempo, la Regione Lazio ha espresso parere favorevole sull'approvvigionamento idrico del nuovo impianto e la società proponente ha pubblicato l'istanza per la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Le associazioni sollevano dubbi su trasparenza, gestione delle risorse idriche e partecipazione pubblica

Inceneritore Roma: tra nuove indagini, autorizzazioni e Valutazione di impatto ambientale

La Corte dei Conti ha avviato un’indagine sulle nomine dei dirigenti coinvolti nel progetto dell’inceneritore di Santa Palomba, a Roma. L’inchiesta riguarda Stefano Vicalvi e Paolo Gaetano Giacomelli, nominati a capo del procedimento amministrativo che deciderà sull’impianto, nonostante i loro titoli di studio non siano direttamente legati alla gestione di grandi opere ambientali.

L’indagine è partita da un esposto presentato dall’associazione Salute Ambiente di Albano e dall’associazione Pavona per la Tutela della Salute, preoccupate per l’impianto e per la trasparenza delle nomine. Oltre ai dirigenti, sono sotto esame anche l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi e il sindaco Roberto Gualtieri, che avrebbero valutato i curricula e deciso le nomine.

Secondo l’esposto, queste scelte potrebbero violare il codice degli appalti e le linee guida ANAC, creando un rischio di spreco di risorse pubbliche e potenzialmente danneggiando l’immagine di Roma Capitale e della struttura commissariale del Giubileo 2025. Il viceprocuratore regionale della Corte dei Conti, Claudio Mori, sta valutando l’entità del possibile danno economico e amministrativo.

“Questa e numerose altre denunce – commenta l’associazione Salute Ambiente – hanno sollevato vizi e storture che costellano l’iter verso il cosiddetto termovalorizzatore, che non ha mai visto coinvolte o interpellate le comunità locali, che dal canto loro continueranno a non arrendersi a una scelta inopportuna e letale per il territorio”.

Punto sulla procedurea P.A.U.R.

Intanto, prosegue la procedura di Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (P.A.U.R.) con la Regione Lazio che ha espresso parere favorevole alla realizzazione del nuovo “Parco delle Risorse Circolari”, questo il nome del futuro inceneritore di Santa Palomba. Il parere riguarda esclusivamente le competenze dell’Area Ciclo delle Acque e non sostituisce le autorizzazioni richieste da altri enti.

Il progetto – ricorda la determinazione – ricade in un’area considerata critica dal punto di vista idrogeologico – quella dei Colli Albani e degli acquiferi di Nemi e Albano – ed è stato valutato alla luce della DGR n. 445/2009, che disciplina la tutela delle risorse idriche locali.

Tuttavia, stando alla determinazione regionale, la documentazione presentata da Acea ATO 2 ha confermato la disponibilità a garantire l’approvvigionamento idrico necessario all’impianto. Il via libera regionale è tuttavia condizionato al rispetto degli impegni progettuali e all’uso razionale delle risorse idriche.

Su questo punto è intervenuta anche Rete Tutela Roma Sud, che solleva dubbi sulla decisione regionale. “L’approvvigionamento dell’acqua potabile avverrebbe tramite acquedotto e la disponibilità della portata richiesta (2 l/s) è stata certificata da Acea ATO 2, che fino a ieri l’ha negata a chi ci vive da oltre vent’anni”, sottolinea l’associazione, chiedendosi come mai non sia stata richiesta una valutazione indipendente, come domandato dai Comuni di Albano, Pomezia e Nemi.

L’associazione contesta inoltre la gestione delle acque industriali. Il progetto prevede l’utilizzo di acqua piovana e depurata, ma – osservano gli attivisti – “come hanno verificato la fattibilità, tenuto conto che per lunghi periodi durante l’anno non piove?”. Secondo Rete Tutela Roma Sud, andrebbe verificato se la risorsa idrica depurata possa rispondere anche ad altri fabbisogni, ad esempio agricoli, e se non sia necessario aprire una procedura ad evidenza pubblica per l’assegnazione delle concessioni, come richiesto da un ordine del giorno discusso lo scorso 15 settembre in Consiglio comunale ad Albano Laziale.

Le richieste di integrazione documentale e l’istanza di Via

Sempre nell’ambito del P.A.U.R, la società proponente RenewRome S.r.l. ha depositato l’istanza di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per la realizzazione dell’inceneritore.

Il progetto – si legge sull’istanza – prevede un termovalorizzatore da 81 MW elettrici con due linee forno-caldaia, un impianto di trattamento delle ceneri (150mila tonnellate l’anno), un modulo sperimentale di cattura e liquefazione della CO₂ e una rete di teleriscaldamento. L’approvvigionamento idrico industriale dovrebbe avvenire tramite il depuratore di Albano, mentre per gli usi civili è previsto l’allaccio all’acquedotto Acea ATO2.

Secondo lo Studio di Impatto Ambientale allegato, gli effetti sul territorio sarebbero “non significativi o comunque mitigabili”, con criticità stimate solo per il rumore. L’impianto, inoltre, dista circa 6 km dalla ZSC “Albano località Miralago”, per la quale è stato redatto uno screening di incidenza che esclude impatti rilevanti sugli habitat. La procedura di VIA resta aperta alle osservazioni del pubblico per 30 giorni dalla pubblicazione dell’avviso.

Ma su questo punto si concentra la protesta delle associazioni. Rete Tutela Roma Sud parla di “procedura scandalosa”: secondo i comitati, RenewRome avrebbe risposto solo alle richieste più semplici, riservandosi di integrare la documentazione senza sospendere i termini della VIA. Mancano così, denunciano, gli elementi minimi per una valutazione seria, a partire dai dati del Dipartimento Epidemiologico Regionale, dai pareri della ASL Roma 6 e dalle osservazioni dei Comuni di Albano, Pomezia e Nemi.

Il Commissario Straordinario del Giubileo 2025, autorità competente per la VIA, viene accusato di “inadeguatezza” per non aver garantito il regolare svolgimento della procedura. Da qui la richiesta alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni di trasferire la competenza al Ministero dell’Ambiente e riaprire la partecipazione pubblica attraverso l’inchiesta pubblica, respinta nelle scorse settimane.

La mancata risposta del Commissario all’Europa

A intervenire è anche il parlamentare europeo Dario Tamburrano che fa sapere come: “Gualtieri non ha risposto ai rilievi provenienti da Bruxelles. Quattro mesi fa i cittadini contrari all’impianto hanno presentato una petizione al Parlamento europeo attraverso l’Unione dei comitati contro l’inceneritore. Durante l’audizione siamo intervenuti a sostegno della petizione anche io e il collega Ignazio Marino. Al termine, il presidente della commissione Petizioni ha inviato una lettera al sindaco-commissario chiedendo chiarimenti sui rischi legati all’inquinamento ambientale e dell’aria, e una valutazione dell’applicazione del principio di precauzione a difesa del territorio”.

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