Quarto appuntamento a Torino del ciclo “Aria pulita: conoscere, misurare, agire”, dedicato alle conseguenze del traffico urbano sull’inquinamento atmosferico e alle politiche necessarie per migliorare la qualità dell’aria nei contesti cittadini. L’incontro si è focalizzato sul ruolo dei trasporti come principale responsabile dell’inquinamento urbano, affrontando soluzioni che mirano a trasformare il sistema della mobilità attraverso interventi strutturali e culturali.
Tra i contributi, quello di Matteo Jarre, esperto di pianificazione della mobilità per Decisio, che ha illustrato un approccio basato sul cambiamento graduale ma strutturale del modo in cui ci si sposta nelle città. È stato evidenziato che la priorità consiste nel ridurre gli spostamenti non essenziali, nel favorire modalità di trasporto alternative all’auto privata, e solo in ultima istanza nel migliorare le tecnologie dei mezzi motorizzati. L’obiettivo generale è creare un sistema di mobilità più accessibile, equo e sostenibile, in grado di rispondere alle esigenze delle persone senza aggravare il bilancio ambientale.
Numeri che invitano alla riflessione e soluzioni in campo
Durante l’incontro sono stati condivisi dati che fotografano in modo chiaro le abitudini di mobilità nei centri urbani. Il 28% degli spostamenti quotidiani avviene su distanze inferiori ai due chilometri, e il 75% non supera i dieci. Nonostante ciò, soltanto il 4% dei tragitti viene effettuato in bicicletta, mentre l’automobile privata rimane il mezzo dominante, con una quota del 66%. Secondo i relatori, questi dati indicano un potenziale enorme per una transizione verso forme di trasporto più leggere, che però può concretizzarsi soltanto attraverso una modifica dell’offerta infrastrutturale, capace di stimolare una nuova domanda di mobilità attiva.
L’esperienza della città di Bologna è stata portata all’attenzione dal consulente Andrea Colombo, che ha presentato i risultati dell’introduzione della politica urbana nota come “Città 30”. Bologna è stata la prima grande città italiana ad adottare questo modello, che prevede la riduzione generalizzata dei limiti di velocità all’interno del tessuto urbano. I benefici registrati riguardano la sicurezza stradale, la qualità dello spazio pubblico e una significativa diminuzione degli inquinanti atmosferici. I dati ARPAE mostrano una riduzione del 29% del biossido di azoto (NO₂) nel primo anno di attuazione. Un impatto simile è stato osservato anche a Parigi, dove l’abbassamento dei limiti di velocità sulla tangenziale ha prodotto effetti positivi sulla qualità dell’aria. In Francia, misure simili sono attivate anche in condizioni emergenziali legate allo smog.
Partecipazione civica e comunità energetiche: due strumenti chiave
Un altro tema emerso con forza nel dibattito è quello del coinvolgimento della cittadinanza. Elisa Gallo ha richiamato l’attenzione sul ruolo attivo di associazioni e comitati territoriali, sottolineando la loro capacità di mantenere alta l’attenzione pubblica, proporre soluzioni concrete e contribuire alla costruzione di politiche urbane più attente alla salute collettiva. È stato annunciato che l’ultimo appuntamento del ciclo sarà dedicato alla presentazione della campagna di monitoraggio civico dell’ozono, un’iniziativa che consentirà di raccogliere dati utili a supportare la richiesta di misure efficaci contro l’inquinamento.
In chiusura, Alessandro Ciocia, ricercatore presso il Politecnico di Torino, ha introdotto il tema delle comunità energetiche, considerandole uno strumento strategico per il futuro delle città. Attraverso la produzione e condivisione locale di energia rinnovabile, queste realtà possono contribuire a ridurre le emissioni, rafforzare la resilienza energetica e coinvolgere i cittadini in un nuovo modello di gestione del territorio.
Materiali disponibili online e prossimi appuntamenti
I contenuti presentati nel corso dell’incontro, comprese le slide e i videocommenti dei relatori, sono disponibili sul sito ufficiale dell’iniziativa e sui canali social di Eco dalle Città. L’incontro si inserisce all’interno del progetto europeo R2CA – The Right to Clean Air, realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino – Forjus Forum.