Nel Rapporto ASviS 2025 presentato mercoledì 22 ottobre a Roma, il Sistema di Deposito Cauzionale (DRS) viene indicato tra le soluzioni prioritarie per il raggiungimento dell’Obiettivo 12 dell’Agenda 2030 – Consumo e produzione responsabili – e per contrastare la dispersione degli imballaggi per bevande nell’ambiente.
Secondo il report, l’introduzione di un DRS è indispensabile per raggiungere i target di intercettazione europei ridurre l’inquinamento e la presenza di plastica nel Mar Mediterraneo, recuperando materiali preziosi per l’economia circolare e per la creazione di occupazione verde. Senza un sistema strutturato di deposito e restituzione, risorse riutilizzabili continuano a trasformarsi in costi per le comunità e per settori economici come pesca e turismo, che subiscono gli effetti diretti dell’inquinamento.
Il meccanismo, già operativo in 17 Paesi europei, prevede un piccolo deposito aggiunto al prezzo di vendita, che viene rimborsato al consumatore al momento della restituzione del vuoto. I risultati ottenuti dove il sistema è attivo sono evidenti: la raccolta supera il 90% e la quantità di rifiuti dispersi si è ridotta di oltre due terzi, garantendo al contempo un riciclo di qualità e una filiera efficiente.
L’Italia ancora indietro
Nel nostro Paese, l’assenza di un sistema cauzionale determina ancora elevati livelli di dispersione e una perdita economica significativa per il comparto del riciclo. Ogni anno milioni di bottiglie e lattine non vengono intercettate dalla raccolta differenziata, generando costi per i Comuni e riducendo la disponibilità di materie prime seconde per l’industria. Inoltre, l’Italia continua a versare all’Unione Europea oltre 100 milioni di euro di Plastic Tax all’anno per le bottiglie non riciclate, una cifra che potrebbe essere reinvestita nella filiera circolare.
L’ASviS richiama la necessità di rispettare la gerarchia dei rifiuti, promuovendo prevenzione, riuso e riciclo di qualità. Il Deposito Cauzionale, in questa prospettiva, viene indicato come misura complementare alla raccolta differenziata, capace di spingere la raccolta oltre il 90% e di garantire un riciclo efficiente e trasparente, in linea con i target europei 2029 (Fonte: Rapporto ASviS 2025, sezione “Accrescere la qualità, la sostenibilità e l’equità del sistema economico”).
Benefici ambientali ed economici
L’attuazione del DRS migliorerebbe inoltre la qualità del riciclo, stimolerebbe la partecipazione attiva dei cittadini e abbatterebbe i costi di gestione del littering urbano. Inoltre, rafforzerebbe la nascita di nuove filiere occupazionali verdi e contribuirebbe alla decarbonizzazione del settore dei rifiuti. Il sistema rappresenta anche uno strumento di responsabilità condivisa tra imprese, cittadini e istituzioni, in grado di migliorare la tracciabilità dei materiali e di promuovere una gestione trasparente dei flussi di raccolta. L’esperienza di altri Paesi dimostra come il DRS contribuisca a costruire un rapporto più virtuoso tra produzione, consumo e recupero, riducendo drasticamente la quantità di materiali che finiscono in discarica o in mare.
L’introduzione del Deposito Cauzionale rappresenterebbe un passaggio fondamentale per rendere l’Italia coerente con la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS) e con il futuro Piano per l’Accelerazione Trasformativa (PAT), che il Governo dovrà definire entro il 2026 per assicurare il raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030. L’ASviS propone di inserire il DRS tra le misure di transizione ecologica, accompagnandolo a una campagna di educazione ambientale e all’introduzione di indicatori di monitoraggio per valutare gli impatti economici, ambientali e sociali della misura.











