L’85% degli italiani considera la sostenibilità una priorità politica

La sostenibilità si conferma un valore fondamentale per i cittadini europei e, in misura ancora maggiore, per quelli italiani. È quanto emerge dal nuovo studio “The Perception of Sustainable Development by Europeans”, realizzato dai Network europei di UN Global Compact e presentato oggi come evento collaterale a New York in concomitanza Leaders Summit 2025. L’indagine, condotta su 13.000 persone in 16 Paesi del continente, evidenzia che l’80% della media europea e l’85% degli italiani considera lo sviluppo sostenibile una priorità da collocare al centro dell’agenda politica

La sostenibilità si conferma un valore fondamentale per i cittadini europei e, in misura ancora maggiore, per quelli italiani. È quanto emerge dal nuovo studio “The Perception of Sustainable Development by Europeans”, realizzato dai Network europei di UN Global Compact e presentato oggi come evento collaterale a New York in concomitanza Leaders Summit 2025. L’indagine, condotta su 13.000 persone in 16 Paesi del continente, evidenzia che l’80% della media europea e l’85% degli italiani considera lo sviluppo sostenibile una priorità da collocare al centro dell’agenda politica.

Sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 44 anni a ritenere la sostenibilità un tema prioritario, mentre tra le fasce più anziane il sostegno rimane significativo, pur con una tendenza maggiore a considerarla non essenziale. Solo una piccola minoranza, inferiore al 10%, pensa che governi e Unione Europea debbano concentrarsi su questioni differenti.

Verso Agenda 2030

Lo studio rivela inoltre che per il 75% degli intervistati europei i governi e le aziende dovrebbero destinare maggiori risorse all’attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) fissati da Agenda 2030. Questi dati rafforzano la percezione che la sostenibilità sia sempre di più una richiesta trasversale rivolta a tutti gli attori sociali. In Italia, la richiesta è ancora più forte: l’80% chiede un impegno più deciso da parte delle istituzioni e il 79% dalle imprese, mentre il 36% degli italiani crede che gli SDGs possano essere raggiunti entro il 2030.

Consumi e regolamentazione

L’80% degli europei dichiara di tenere conto della sostenibilità nelle proprie scelte di acquisto, ma solo il 27% lo fa sempre, mentre il 53% afferma che questo criterio incide solo occasionalmente. In Italia l’attenzione è ancora più forte: il 55% dei cittadini considera la sostenibilità un elemento importante al momento dell’acquisto, superando così la media europea. Si tratta di un cambiamento strutturale: la sostenibilità non è più percepita come un fattore accessorio, ma come una variabile che talvolta prevale sui criteri tradizionali.

Anche sul piano normativo si registra un ampio sostegno, soprattutto nell’Europa meridionale. In questo contesto, l’Italia si distingue per il consenso verso regole più rigorose: l’87% dei cittadini (contro l’85% della media europea) le ritiene indispensabili, pur chiedendo parallelamente semplificazione e minori oneri burocratici.

Imprese: tra opportunità e sfiducia

Quasi la metà degli europei riconosce alle imprese un impatto positivo soprattutto in materia di diritti dei lavoratori (47%), seguiti da diritti umani e tutela ambientale (43%). La fiducia si riduce però in modo significativo sul fronte della lotta alla corruzione, dove solo il 35% esprime un giudizio positivo. In Italia il quadro è più critico: appena il 36% valuta favorevolmente l’impatto delle aziende sulla sostenibilità, con un riconoscimento concentrato soprattutto sulle questioni legate al lavoro.

Ad ogni modo, prevale la convinzione che la sostenibilità sia un fattore competitivo: sette europei su dieci la considerano un driver strategico per le imprese, percentuale che in Italia sale al 75%.

Un’analoga fiducia si riscontra anche sul fronte dell’innovazione: il 69% degli europei e il 68% degli italiani credono che l’intelligenza artificiale possa contribuire al progresso sostenibile.

I dati raccolti confermano che i cittadini italiani mostrano una sensibilità alla sostenibilità superiore alla media europea,” ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director di UN Global Compact Network Italia. “È un segnale che deve trasformarsi in un’opportunità per il nostro Paese di assumere un ruolo guida nella transizione verso modelli più equi, inclusivi e rispettosi dell’ambiente. A cinque anni dal 2030 è necessario tenere alta l’attenzione: secondo il Progress Report 2025 delle Nazioni Unite, il 18% degli obiettivi di sviluppo sostenibile è “on-track”, il 48 % progredisce moderatamente o marginalmente, il 35% è in stagnazione o regressione. Lo studio registra come dei 169 target dell’Agenda 2030, solo 139 siano stati misurati correttamente dal 2015 a oggi. Tra questi, il 35% registra progressi adeguati, ma il 48% procede in modo insufficiente. Per colmare il gap degli Sdgs servirebbero ulteriori investimenti per circa 4 trillioni di dollari l’anno. È indispensabile un impegno concreto, misurabile e condiviso da istituzioni, imprese e società civile. Ci auguriamo che questo report possa costituire uno strumento di riferimento per orientare scelte e investimenti, utile a policy maker, aziende e cittadini. L’Unione Europea resta un riferimento imprescindibile, ma il successo dipenderà soprattutto dal coinvolgimento del settore privato, che deve interpretare la sostenibilità come leva di competitività, innovazione e trasparenza” ha concluso Bernacchi.

Nota metodologica sullo studio

La metodologia della ricerca si basa su un campione rappresentativo di 13.000 cittadini europei provenienti da 16 paesi, che includono 15 stati membri dell’Unione Europea con una rete nazionale del Global Compact (Austria, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia) e il Regno Unito.

Il campione è stato suddiviso in 1.000 o 500 rispondenti per paese, a seconda della dimensione della popolazione. La raccolta dei dati è avvenuta tramite un sondaggio online distribuito da Kantar, con quote rappresentative nazionali basate su genere, età, professione e area di residenza. La ricerca garantisce un intervallo di confidenza del 95%.

Il processo di ricerca si è svolto in diverse fasi:

  • Dal 24 aprile al 6 giugno 2025: concezione del sondaggio comune e traduzione in tutte le lingue.
  • Dal 14 al 16 giugno 2025: lancio preliminare su un campione ridotto.
  • Dal 19 al 23 giugno 2025: raccolta dati sul campione completo.
  • Dal 23 giugno al 24 settembre 2025: analisi e redazione del rapporto.

È importante notare che i risultati e le opinioni riflettono le reti partecipanti del Global Compact e non necessariamente quelle del Global Compact delle Nazioni Unite (UNGC).

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