Kyoto Club e Legambiente: senza la direttiva Case Green obiettivi Ue rinviati al 2090

Kyoto Club e Legambiente chiedono al Parlamento e al Governo di inserire la Direttiva europea per l’efficientamento degli edifici (EPBD IV, cosiddetta “Case Green”) nella Legge di delegazione europea 2025 (C. 2574), attualmente in discussione in Parlamento. La direttiva, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea nel maggio 2024, deve essere recepita dall’Italia entro maggio 2026, sennò si rischia l’apertura di una procedura di infrazione Ue

Kyoto Club e Legambiente chiedono al Parlamento e al Governo di inserire la cosiddetta direttiva “Case Green”, la Direttiva europea per l’efficientamento degli edifici (EPBD IV) nella Legge di delegazione europea 2025 (C. 2574), attualmente in discussione in Parlamento.

La direttiva, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea nel maggio 2024, deve essere recepita dall’Italia entro maggio 2026. Se entro tale data non sarà approvata la normativa di recepimento, l’Italia rischia l’apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione Ue, con possibili conseguenze economiche e politiche.

“Il recepimento della direttiva Case Green non è una scelta opzionale, ma un obbligo europeo e soprattutto un’opportunità per accelerare la transizione energetica, ridurre i consumi e tagliare le bollette delle famiglie. E i soldi ci sono: basta mettere a sistema i fondi europei – dal Piano Sociale per il Clima al PNRR, da REPowerEU ai fondi di coesione – con strumenti nazionali più stabili come incentivi fiscali modulati sul reddito, fondi rotativi, garanzie pubbliche e nuove soluzioni finanziarie innovative. Ciò che serve ora è la volontà politica di coordinare queste risorse e accompagnarle con semplificazione burocratica e campagne di informazione. Chiediamo che il Parlamento inserisca la direttiva nella Legge di delegazione europea, per non accumulare ulteriore ritardo e non esporre il nostro Paese a infrazioni.” Lo dichiara il Direttore esecutivo di Kyoto Club, Sergio Andreis.

“Oggi il ritmo di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio è nettamente insufficiente. Per rispettare la direttiva Case Green bisognerebbe intervenire entro il 2030 su 6,1 milioni di edifici, cioè oltre 870.000 all’anno. Invece l’Italia viaggia a un ottavo della velocità necessaria: così gli obiettivi del 2030 verrebbero raggiunti non prima del 2090, con 60 anni di ritardo. Senza una programmazione stabile e strumenti finanziari adeguati, sarà impossibile colmare il divario, con gravi conseguenze sugli obiettivi climatici e sulla competitività del settore edilizio. Per questo è urgente inserire la direttiva Case Green nella Legge di delegazione europea 2025” afferma Katiuscia Eroe, Responsabile energia di Legambiente Onlus.

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