La favola del varco nei tornelli della metropolitana di Stoccolma

Negli ultimi giorni sui social sta circolando con grande diffusione una storia che racconta di una "autocertificazione di esonero dal pagamento del biglietto" che sarebbe presente a Stoccolma. La storia, scritta in un italiano improbabile, è frutto di una traduzione automatica sgraziata. Nonostante ciò, il post ha ottenuto un numero enorme di "mi piace" e condivisioni su Facebook. Questo è un dato interessante, perché la storia non è stata lanciata da nessun "influencer" o giornale, ma è frutto di una condivisione dal basso. Questo fenomeno è un esempio di come le bufale e i miti possano diffondersi rapidamente sui social network

metropolitana di Stoccolma

A proposito di tornelli e a proposito di miti e bufale che crescono nei social. Sta girando con una diffusione incredibile una storia che racconta di una “autocertificazione di esonero dal pagamento del biglietto” che sarebbe presente a Stoccolma.

La storia (che non pochi hanno scambiato per notizia) è tra l’altro scritta in un italiano improbabile, frutto evidente (dovrebbe essere evidente) di una traduzione automatica sgraziata. I “mi piace” e le condivisioni che questa storia sta ottenendo su Facebook sono enormi, se si tiene conto che nessun “influencer” né tanto meno nessun giornale l’ha lanciata, ma è una grande condivisione dal basso. Dell’ordine di ventimila “mi piace” su diecimila condivisioni su un post, il che significa tantissimi piccoli diffusori. E analoghe cifre su altri post, che riportano il testo identico ma il “viaggiatore” di cui si parla all’inizio è italiano invece che algerino.

Ce ne occupiamo perché riguarda ancora una volta la questione tornelli/evasione/gratuità nelle metropolitane, dopo che a Milano molti avevano cercato di sostenere che a Berlino “senza tornelli tutti pagano”. Questa volta i tornelli ci sono, anche a Stoccolma, perché come volevasi dimostrare sono le città tedesche e austriache senza tornelli a fare eccezione, non tutte le altre che ce li hanno. Ma questa volta, come in una fiaba, c’è un varco magico libero per chi non se la sente di pagare.

Ecco il testo, se non vi è già capitato di incrociarlo su Facebook:

“Un ingegnere algerino è entrato in una stazione della metro a Stoccolma, capitale della Svezia.
Lì, notò che, tra le tante torri di accesso normali e comuni, ce n’era una che dava il libero passaggio.Poi ha chiesto al venditore di biglietti perché questo mulino è libero di passare senza guardia giurata nelle vicinanze. La signora gli ha poi spiegato che questo passo era destinato a persone che, per qualche motivo, non avevano soldi per pagare il biglietto.
Incredibile, abituato alla maniera algerina, non ha potuto non fargli la domanda che, per lui, era ovvia:
– E se la persona avesse i soldi ma semplicemente non volesse pagare?
La venditrice si è immersa gli occhi azzurri e con un sorriso di sorprendente purezza, gli ha risposto:
– Ma perché dovrei farlo?
Incapace di rispondere, l’ingegnere ha pagato il biglietto ed è andato al mulinello, seguito da una folla che aveva pagato anche i biglietti.
Il lasciapassare è stato lasciato vuoto.
L’onestà è uno dei valori più liberatori che un popolo possa avere.
Un’azienda che è riuscita a trasformare questo valore in qualcosa di naturale si trova senza dubbio in uno stato di maggiore sviluppo.
Questa è educazione… Così e soprattutto!
Coltivate questo valore e trasmettetelo ai vostri figli, nipoti, studenti, società.
Il tuo mondo cambia quando cambi tu. Non premiamo pratiche fraudolente, misfatti, corruzione… Facciamo dell’onestà e della buona fede un’abitudine…”.

Rilanciando personalmente questo testo, facendolo precedere da molti punti interrogativi, ho raccolto elementi decisivi, che mancavano ma che non erano difficili da trovare. Prima di tutto chi è stato a Stoccolma e almeno un po’ la conosce nega risolutamente che esista qualcosa del genere. Non c’è il varco clemente e non è neanche vero che tutti paghino, per spirito civico universale. Ci sono saltatori di tornelli e multe, come più o meno ovunque. In secondo luogo, per quanto riguarda il testo, era già circolato in inglese un anno fa. Forse è inutile aggiungere altri commenti.