Si è svolto a Roma il convegno sulla Direttiva Ue per l’efficienza energetica degli edifici in Italia

L'Ufficio in Italia del Parlamento europeo ha tenuto un dibattito riguardante la direttiva UE sull'efficienza energetica degli edifici che sarà sottoposta a voto il 9 febbraio. La direttiva stabilisce che tutti gli edifici europei debbano raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033. Tempistiche ristrette per un Paese come l'Italia che dispone di un patrimonio residenziale in gran parte obsoleto di 12,2 milioni di edifici

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Il 7 febbraio rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee hanno discusso a Roma la bozza di revisione della Direttiva UE sulla prestazione energetica degli edifici, che verrà sottoposta al voto della Commissione Industria, Ricerca ed Energia (ITRE) dell’Europarlamento il 9 febbraio.

La conferenza intitolata “La direttiva UE sull’efficienza energetica delle case e le politiche sull’immobiliare allargato in Italia” si è tenuta presso lo spazio Esperienza Europa ed è stata inaugurata dal Ministro per gli Affari europei, il sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto. Il ministro ha spiegato l’importanza del settore immobiliare nella transizione ecologica, che è stata accelerata dalla situazione in Ucraina e dalla pandemia.

La revisione della direttiva UE, proposta dalla Commissione europea come parte del progetto “Fit for 55“, mira a ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030 e a raggiungere la neutralità carbonica nel 2050. Gli edifici devono contribuire a questo obiettivo, rappresentando il 36% delle emissioni e il 40% dei consumi. La revisione prevede l’eliminazione delle emissioni nei nuovi edifici entro il 2030 e entro il 2050 per quelli esistenti. Obiettivi intermedi sono previsti per gli edifici residenziali: raggiungere la classe energetica E entro gennaio 2030 e la classe D entro gennaio 2033.

Queste scadenze stanno causando dibattiti, soprattutto in Italia, che dispone di un patrimonio residenziale in gran parte obsoleto di 12,2 milioni di edifici, i quali dovrebbero essere ristrutturati in periodo di tempo molto breve.

Il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, e il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, hanno sottolineato che il piano di decarbonizzazione degli immobili in Italia dovrà tenere conto delle “peculiarità” del paese. Fitto ha affermato che il nostro Paese non può affrontare il problema dell’efficientamento energetico degli immobili allo stesso modo degli altri paesi, considerando anche i rincari sulle materie prime. Fratin ha sottolineato che la direttiva sull’efficienza energetica delle case deve essere adattata al contesto italiano unico e speciale e sfruttare la spinta all’innovazione tecnologica. Entrambi i ministri hanno dichiarato che il governo ha le esigenze del paese chiare e le difenderà senza imporre lavori onerosi ai privati, al fine di preservare l’antica, preziosa e fragile Italia per le future generazioni.

Secondo Piero Benassi, rappresentante permanente presso l’UE, gli edifici sono responsabili del 40% dell’energia consumata nell’Unione Europea e del 36% delle emissioni. La nuova direttiva richiede che ogni Stato membro abbia un Piano di ristrutturazione degli immobili. Secondo Benassi, ci saranno grandi opportunità per i settori edilizio e delle tecnologie verdi, ma è importante prevedere fondi europei per sostenere gli investimenti e flessibilità in relazione ai prezzi delle materie prime, alla fattibilità degli interventi e alla disponibilità di manodopera.