Legambiente: ‘Vanno potenziate le filiere locali del riciclo. Caso carta emblematico in Umbria’

Delle varie filiere di riciclo, con le loro problematiche e con i loro punti di forza, si parlerà nel corso del IV EcoForum di Legambiente Umbria sull'economia circolare dei rifiuti che si terrà il 6 febbraio

Per misurare la capacità della regione di intercettare e riciclare i vari materiali che compongono i nostri rifiuti urbani c’è il valore dell’indice di riciclo, così come definito dalle normative europee. L’ultimo valore disponibile di questo indice per l’Umbria (riferito al 2018) rilevava un miglioramento consistente delle frazioni di rifiuti organici e metalli, con il vetro e il legno i cui dati percentuali sono rimasti sostanzialmente invariati, e con la carta che sale di un punto percentuale e raggiungendo il 66%.

A peggiorare è invece il dato già poco incoraggiante della plastica, che si ferma solo al 21%. L’indice è molto importante perché calcola il rapporto della quantità di rifiuti avviati a riciclo, al netto degli scarti di processo, rispetto al totale della quantità prodotta. 

Delle varie filiere di riciclo (incluse quelle dell’organico, della plastica e degli inerti provenienti dalle zone colpite dai terremoti), con le loro problematiche e con i loro punti di forza, si parlerà nel corso del IV EcoForum di Legambiente Umbria sull’economia circolare dei rifiuti, che si terrà il 6 febbraio e che sarà possibile seguire in diretta da Assisi, in modalità online, dai canali social dell’associazione ambientalista. 

Durante l’EcoForum si ragionerà su come intervenire per contribuire veramente a “chiudere il cerchio” di alcune di queste filiere, partendo dall’ecodesign dei prodotti, passando per i migliori metodi per raccogliere e poi trattare i materiale, fino ad arrivare al mercato dei prodotti riciclati. Il caso della carta è emblematico in questo senso.

In Umbria le Cartiere di Trevi, fondate nel 1960, producono un’ampia gamma di prodotti in carta e cartoncino in diverse tipologie e grammature per un totale di circa 62.000 tonnellate all’anno, partendo dalle 71.000 tonnellate di carta da macero che l’azienda di Trevi acquisisce ogni anno  dalla raccolta differenziata di carta e cartone proveniente da fuori regione e solo per una minima parte (3.500 ton/anno) proveniente dall’Umbria, nonostante nella nostra regione la raccolta differenziata di carta produca 59.000 tonnellate l’anno.

Come spiega Cristiana Graziosi, presidente dalle Cartiere “L’unica materia prima utilizzata nella nostra azienda è la carta da macero proveniente dalla raccolta differenziata. Siamo l’unica azienda del settore cartario in Umbria e pertanto, per vocazione, potremmo riciclare tutta la raccolta di carta e cartone della regione. Stiamo lavorando nell’ottica di coinvolgere un maggiore numero di piattaforme che gestiscono la raccolta del macero in Umbria affinché i rifiuti possano essere valorizzati come nuove risorse nell’ambito dello stesso territorio con un conseguente risparmio in termini di emissioni in atmosfera causate dal trasporto per carichi provenienti da altre regioni”. 

In questo quadro, quello del capire quale percorso intraprendere per il rafforzamento delle filiere locali, si inserisce anche l’aspetto strategico delle risorse europee del “Recovery Fund”. Come spiega Maurizio Zara presidente di Legambiente Umbria: “Altro aspetto importante da affrontare è quello legato alle “impurità”, e qui entrano in gioco molti fattori, dal design dei prodotti di carta che troppo spesso ad esempio oggi negli imballaggi vedono la presenza difficilmente separabile di altri materiali come la plastica, alle informazioni da dare ai cittadini nel fare correttamente la differenziata, fino ai sacchi nei quali mettere la differenziata che idealmente dovrebbero essere dello stesso materiale del contenuto”.

Di questo, e di altri aspetti legati all’economia circolare, si parlerà all’Ecoforum Umbro, promosso da Legambiente Umbria, in collaborazione con Arpa Umbria, con il patrocinio di Regione Umbria, Comune di Assisi e il supporto di Gesenu, Cartiere di Trevi, Novamont e il Progetto ECCO.