L’industria cartaria europea chiede politiche industriali per la competitività delle imprese esposte al carbon leakage

Lettera aperta dell'industria cartaria italiana ed europea a Strasburgo. Assocarta: “In un contesto dove, in soli quattro anni, il prezzo della CO2 è aumentato del 700% in assenza di un contesto normativo stabile l’industria non può continuare a pianificare gli investimenti richiesti per la sua decarbonizzazione. L’industria manifatturiera europea ha urgente bisogno di misure a sostegno degli investimenti a tutela del clima e di rendere efficaci quelle già previste dei settori a rischio di delocalizzazione, come il cartario”

Rifiuti: riciclo carta, la cartiera RDM a Villa S.Lucia (Frosinone). 17 aprile 2018. ANSA/STEFANO SECONDINO

Assocarta con l’industria cartaria europea ha inviato una lettera aperta agli eurodeputati in vista della votazione plenaria dell’8 e 9 giugno sul sistema di scambio delle quote di emissione dell’Unione Europea ETS e sul meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM).

Le industrie energivore europee, fra cui il cartario, chiedono con questa lettera di allineare le leggi europee agli obiettivi climatici al 2030 che sono state inasprite dalla prima votazione del Comitato ENVI, la commissione permanente per l’ambiente del Parlamento europeo, lo scorso 17 maggio, anziché risolvere le criticità esistenti. Il risultato della votazione, secondo le aziende, ha accelerato l’eliminazione delle attuali misure contro il carbon leakage  (il “trasferimento” delle emissioni verso una regione con condizioni di produzione e politiche climatiche meno rigide, ndr) senza considerare soluzioni al rischio concreto che prodotti europei, più costosi da produrre sotto il regime ETS rinforzato, diventino meno competitivi all’estero.

“In un contesto dove, in soli quattro anni, il prezzo della CO2 è aumentato del 700% in assenza di un contesto normativo stabile l’industria non può continuare a pianificare gli investimenti richiesti per la sua decarbonizzazione” afferma Lorenzo Poli Presidente di Assocarta. “L’industria manifatturiera europea ha urgente bisogno di misure a sostegno degli investimenti a tutela del clima e di rendere efficaci quelle già previste dei settori a rischio di delocalizzazione, come il cartario” conclude Poli.

La transizione dell’industria europea verso la neutralità climatica necessita di un quadro regolatorio prevedibile e non di repentine deviazioni dal percorso stabilito, scrivono le industrie. In Europa il carbon leakage mette a rischio la filiera europea della manifattura cartaria che, ad oggi, occupa oltre 2,6 milioni di addetti. Una filiera che sta facendo importanti investimenti in tecnologie a bassa emissione di carbonio in linea con gli obiettivi del pacchetto Fit for 55 nell’ambito del Green Deal europeo.

Le imprese necessitano di una politica industriale abilitante che garantisca la certezza del diritto e un livello elevato di prevedibilità, in particolare nelle seguenti aree:

accesso sicuro e competitivo a energia e materie prime sostenibili, con particolare attenzione al progressivo rafforzamento dell’indipendenza dalle forniture da Paesi terzi;
sostegno finanziario alla ricerca, allo sviluppo e alla diffusione di tecnologie innovative, attraverso il finanziamento anticipato di progetti dimostrativi pronti per essere avviati;
sviluppo di “mercati guida” per materiali, prodotti e tecnologie ecosostenibili, colmando il divario di costo iniziale rispetto ai prodotti convenzionali;
istituzione di misure a garanzia della competitività dell’industria europea rispetto ai competitor internazionali che non condividono le stesse ambizioni climatiche.