L’inquinamento atmosferico in Europa è ancora alto e colpisce soprattutto bambini e adolescenti. Italia in testa

Lo ribadisce l'ultimo briefing della European Environment Agency (EEA). Si stima che l'inquinamento dell'aria causi ogni anno oltre 1.200 morti premature tra i minori di 18 anni nei 32 paesi che fanno parte dell'EEA. Sebbene il numero di decessi prematuri in questa fascia di età sia basso rispetto al totale della popolazione europea stimato ogni anno dall'Agenzia, questi rappresentano una perdita di potenziale futuro e comportano un carico significativo di malattie croniche, sia nell'infanzia che nella vita futura

inquinamento atmosferico

Sebbene le emissioni dei principali inquinanti atmosferici siano diminuite negli ultimi decenni, i livelli di inquinamento in Europa non sono ancora sicuri. Tutt’altro. E chi ne risente di più sono i bambini e gli adolescenti perché i loro corpi, organi e sistemi immunitari sono ancora in fase di sviluppo. Lo ribadisce l’ultimo briefing della European Environment Agency (EEA) intitolato proprio “Inquinamento atmosferico e salute dei bambini”.

Si stima che l’inquinamento dell’aria causi ogni anno oltre 1.200 morti premature tra i minori di 18 anni nei 32 paesi che fanno parte dell’EEA. Sebbene il numero di decessi prematuri in questa fascia di età sia basso rispetto al totale della popolazione europea stimato ogni anno dall’Agenzia, questi rappresentano una perdita di potenziale futuro e comportano un carico significativo di malattie croniche, sia nell’infanzia che nella vita futura.

L’esposizione delle donne all’inquinamento atmosferico durante la gravidanza può determinare un basso peso dei nascituri e fa aumentare il rischio di parti prematuri. Dopo la nascita, l’inquinamento atmosferico aumenta, com’è noto, il rischio di diversi problemi di salute, tra cui asma, ridotta funzionalità polmonare, infezioni respiratorie e allergie. Le funzioni e lo sviluppo polmonare dei bambini sono influenzati in particolare da ozono e biossido di azoto (NO2), a breve termine, e da particelle fini (soprattutto PM2,5) a lungo termine.

Secondo i dati del briefing EEA sullo “Stato della qualità dell’aria in Europa nel 2023”, che presenta lo stato delle concentrazioni di inquinanti atmosferici nel 2021 e nel 2022 rispetto agli standard Ue e alle linee guida dell’OMS, la situazione è drammatica. Nel corso del 2021, oltre il 90% della popolazione urbana dell’Unione Europea è stata esposta a livelli nocivi di biossido di azoto, ozono e PM2,5. E secondo i dati preliminari del 2022, sono l’Europa centro-orientale e l’Italia a registrare le concentrazioni più elevate di PM2,5.

Proprio sul particolato fine, l’EEA ha pubblicato una classifica consultabile on-line delle delle città europee più inquinate del 2021. Cremona risulta la quarta più inquinata, dopo una città croata e due polacche, Padova la nona, Vicenza la quattordicesima. Milano è dodicesima nella classifica italiana e Torino quattordicesima. Se si considera la classifica europea complessiva, solo due città polacche e una croata – tra quelle con più di 50mila abitanti – hanno valori di concentrazione di PM2,5 maggiori di Cremona.