Livelli record per gli investimenti nelle energie rinnovabili, ma necessitano di una distribuzione più equa

Il nuovo rapporto Global Landscape of Renewable Energy Finance 2023 rileva le evidenti disparità tra gli investimenti nei Paesi sviluppati e in quelli in via di sviluppo e chiede un aumento sostanziale dei flussi finanziari dal Nord al Sud del mondo. Barbara Buchner, il direttore generale del CPI: "solo attraverso una transizione energetica equa e giusta si può raggiungere l'obiettivo dello zero netto"

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Il rapporto Global Landscape of Renewable Energy Finance 2023 rivela che l’anno scorso gli investimenti globali nelle tecnologie di transizione energetica, compresa l’efficienza energetica, hanno raggiunto 1.300 miliardi di dollari. Si è trattato di un nuovo record, con un aumento del 19% rispetto ai livelli di investimento del 2021 e del 50% rispetto a prima della pandemia del 2019.

Per raggiungere l’accesso universale all’energia e migliorare la sussistenza e il benessere nell’ambito dell’Agenda 2030, è necessario aumentare gli investimenti nel settore delle rinnovabili off-grid. Nonostante un record di investimenti di oltre 0,5 miliardi di dollari nel 2021, gli investimenti necessari per raggiungere l’obiettivo di 2,3 miliardi di dollari all’anno tra il 2021 e il 2030 sono ancora lontani.

Gli investimenti sono stati concentrati su tecnologie e impieghi specifici: nel 2020, il solare fotovoltaico ha attirato il 43% degli investimenti totali nelle rinnovabili, seguito dall’eolico onshore e offshore rispettivamente al 35% e al 12%. Secondo dati preliminari, questa concentrazione sembra continuare fino al 2022. Per sostenere meglio la transizione energetica, è necessario che maggiori fondi siano destinati alle tecnologie meno mature e ad altri settori oltre all’elettricità, come il riscaldamento, il raffreddamento e l’integrazione dei sistemi.

Il rapporto evidenzia un significativo aumento delle disparità nei finanziamenti per le energie rinnovabili tra paesi e regioni negli ultimi sei anni. Nel 2020, il 70% della popolazione mondiale, prevalentemente nei Paesi in via di sviluppo ed emergenti, ha ricevuto solo il 15% degli investimenti globali. Inoltre, l’Africa subsahariana ha ricevuto meno dell’1,5% degli investimenti globali tra il 2000 e il 2020. Nel 2021, gli investimenti pro capite in Europa sono stati 127 volte quelli dell’Africa subsahariana e 179 volte quelli del Nord America.

Francesco La Camera, Direttore generale dell’IRENA, sostiene che per migliorare le vite e i mezzi di sussistenza attraverso la transizione energetica, è necessario garantire un flusso di finanziamenti più equo, riconoscendo i diversi contesti e le diverse esigenze. Il rapporto congiunto sottolinea l’importanza di indirizzare i fondi pubblici verso regioni e Paesi che hanno un grande potenziale di energie rinnovabili non sfruttato, ma che hanno difficoltà ad attrarre investimenti. La cooperazione internazionale dovrebbe mirare a indirizzare questi fondi verso quadri politici abilitanti, lo sviluppo di infrastrutture per la transizione energetica e per affrontare le persistenti lacune socio-economiche.

Sì, il rapporto sottolinea che, per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, è necessario riorientare gli investimenti dai combustibili fossili alle tecnologie legate alla transizione energetica. Tuttavia, nonostante un breve calo nel 2020 a causa della pandemia di COVID-19, gli investimenti in combustibili fossili stanno aumentando nuovamente, e alcune grandi banche multinazionali hanno addirittura aumentato i loro investimenti in questo settore dopo l’Accordo di Parigi. Il rapporto indica che sarà necessario un cambiamento radicale nella politica fiscale e negli incentivi per riorientare gli investimenti verso le energie rinnovabili e la sostenibilità, e che gli attuali meccanismi finanziari non sono sufficienti per affrontare la sfida.

In aggiunta, l’industria dei combustibili fossili continua a ricevere sussidi che sono stati raddoppiati nel 2021 in 51 paesi. Per equiparare le energie rinnovabili, l’eliminazione graduale degli investimenti nei combustibili fossili dovrebbe essere unita all’eliminazione dei sussidi. Tuttavia, questa graduale eliminazione dei sussidi deve essere accompagnata da una rete di sicurezza adeguata che garantisca standard di vita idonei alle popolazioni più vulnerabili.

Barbara Buchner, il direttore generale del CPI, sostiene che solo attraverso una transizione energetica equa e giusta si può raggiungere l’obiettivo dello zero netto. Nonostante i record raggiunti negli investimenti delle energie rinnovabili dell’anno scorso, secondo Buchner è necessario un aumento maggiore per prevenire i pericolosi cambiamenti climatici, specialmente nei paesi in via di sviluppo.