Mercato del Libero Scambio di Torino minacciato dalla Regione, eppure è un presidio sociale e ambientale

Da un articolo de LaStampa si apprende che in seguito ad una manovra della Regione Piemonte potrebbe sparire il mercato di Libero Scambio a Torino. Il provvedimento abolisce infatti qualsiasi agevolazione normativa, stabilendo che per il libero scambio valgano le stesse regole già in vigore per gli altri mercatini dell’usato o dell’antiquariato. Alessandro Stillo, presidente di Rete ONU: "È assurdo come in un momento storico in cui si forma un'alleanza di trenta Paesi per promuovere il riuso e il riciclo dei rifiuti, che ha una valenza sociale e ambientale, a Torino si attacca un mercato storico che permette a molte persone di sopravvivere e al tempo stesso salva dalla discarica molti rifiuti"

Grazie ad un articolo de LaStampa si apprende che in seguito ad una manovra della Regione Piemonte potrebbe sparire il mercato di Libero Scambio a Torino. Il provvedimento abolisce infatti qualsiasi agevolazione normativa, stabilendo che per il libero scambio valgano le stesse regole già in vigore per gli altri mercatini dell’usato o dell’antiquariato.

In particolare, gli operatori potranno allestire la propria postazione per un massimo di 18 giornate all’anno, ottenendo un tesserino apposito dal Comune e presentando un elenco dei beni che desiderano mettere in vendita. Tali beni devono essere di modico valore, appartenenti al settore merceologico non alimentare e rientrare nella sfera personale dell’operatore, essere oggetti collezionati o realizzati mediante la propria abilità creativa.

Si apre quindi un’incognita sul futuro di “Barattolo”, l’area di Libero Scambio che ogni sabato e domenica in via Carcano raduna quattrocento operatori che propongono le proprie merci a migliaia di cittadini di tutte le età, che cercano oggetti e prodotti a prezzi modici: abiti, attrezzi domestici e da lavoro, mobili, giocattoli, libri, piccoli arredi. Tutti oggetti usati e rimessi in circolo, svolgendo una preziosa funzione sia sociale che ambientale. Nel primo caso questi oggetti rappresentano una piccola fonte di guadagno per tante persone in difficoltà, che possono vendere merce usata senza avere una licenza di ambulante. Dal punto di vista ambientale invece, il mercato di via Carcano favorisce il riuso di beni e oggetti, dando una seconda vita a tanti manufatti che sarebbero magari finiti tra i rifiuti. Si calcola che grazie a Barattolo ogni anno vengono salvate dalla discarica circa 2.000 tonnellate di oggetti.

Inoltre, tutto ciò che rimane invenduto viene separato con cura conferito secondo le regole della raccolta differenziata. Raccolta che, come ci racconta Cristina Grosso di ViviBalon, permette di recuperare in un anno una media di:

  • Rifiuti tessili: 100 tonnellate
  • Plastica: 5,5 tonnellate
  • Carta: 180 tonnellate
  • Vetro: 10 tonnellate
  • Indifferenziato: 225 tonnellate

Come sottolinea Grosso, il Comune di Torino è impegnato per altri due anni da un bando blindatissimo con l’Associazione ViviBalon per il progetto di “Barattolo”. Inoltre, l’associazione non riceve nessun tipo di contributo o finanziamento ma, grazie al pagamento dell’espositore per l’occupazione dello stallo, paga gli operatori, la Tari e il plateatico.

Nel commentare la notizia, Alessandro Stillo, presidente di Rete ONU, di ritorno da Buenos Aires per l’International Alliance of Waste Pickers, ha sottolineato che: “È assurdo come in un momento storico in si forma un’alleanza di trenta Paesi per promuovere il riuso e il riciclo dei rifiuti, che ha una valenza sociale e ambientale, a Torino si attacca un mercato storico che permette a molte persone di sopravvivere e al tempo stesso salva dalla discarica molti rifiuti”.