Il Living Lab Logistica di Roma avvia un processo partecipato per la definizione di modelli operativi e condivisi di microhub urbani, strumenti chiave per la razionalizzazione della logistica e la riduzione dell’impatto ambientale. L’iniziativa nasce all’interno del progetto LOCUS, promosso da FIT Consulting Srl e TRElab, che coinvolge operatori e stakeholder attraverso una consultazione pubblica e un workshop dedicato.
La crescente domanda di servizi come l’e-commerce, le consegne a domicilio e le attività porta a porta – spiega un documento del Centro Nazionale per la mobilità sostenibile (Most) – sta trasformando profondamente il panorama logistico urbano. A Roma, questo cambiamento ha comportato un aumento significativo del traffico merci, con conseguenze evidenti su congestione stradale, inquinamento e uso degli spazi pubblici. Il sistema attuale, fortemente dipendente da grandi hub situati in periferia, si mostra inadeguato a rispondere alle esigenze della città storica e dei quartieri residenziali. In questo contesto si inserisce la proposta dei microhub urbani, piccoli spazi logistici diffusi sul territorio, in grado di consolidare le merci e ridistribuirle con veicoli leggeri o a basso impatto ambientale.
Tuttavia – prosegue il Most -, la sola presenza fisica dei microhub non è sufficiente a garantirne il funzionamento efficace. È necessario definire modelli di governance in grado di regolare l’accesso, l’uso e la sostenibilità economica di queste strutture. Il progetto LOCUS analizza quattro possibili approcci: dai modelli proprietari gestiti da singoli operatori, come grandi corrieri o piattaforme e-commerce, fino a forme condivise o cooperative, promosse da soggetti pubblici o da partnership pubblico-private. Ciascun modello presenta vantaggi e limiti, da valutare rispetto alle caratteristiche del tessuto urbano romano. L’obiettivo è costruire un sistema logistico più inclusivo, accessibile anche a piccoli operatori e attività di prossimità.
Un elemento centrale – spiega il Most – è la scelta dei luoghi in cui localizzare i microhub. Ex mercati, stazioni dismesse, immobili pubblici inutilizzati o parcheggi sottoutilizzati possono diventare spazi strategici, specie se collocati in zone sensibili come il centro storico, quartieri monumentali o aree a traffico limitato. In quartieri come Testaccio, ad esempio, è già in corso la trasformazione di un edificio comunale in un mini-hub a supporto delle attività locali. Questo approccio si ispira a modelli europei come i “superblocks” di Barcellona, dove la logistica leggera è integrata in un contesto urbano più vivibile.
Per garantire la sostenibilità del sistema nel lungo periodo – conclude il documento – è fondamentale individuare leve economiche e gestionali efficaci. Ciò include tariffe e modelli di business equilibrati, incentivi per gli operatori che adottano modalità di consegna sostenibili, e servizi accessori che aumentino l’attrattività dei microhub, come ricariche elettriche, locker e stazioni di prenotazione digitale. Il supporto normativo e regolatorio, ad esempio tramite ZTL dedicate o semplificazioni amministrative, può rappresentare un ulteriore strumento per accompagnare questa transizione.
All’interno del Piano Urbano della Logistica Sostenibile (PULS) di Roma Capitale, i microhub – definiti “Spazi Logistici di Prossimità” – rappresentano una delle azioni principali per decarbonizzare il trasporto merci. Il piano prevede una fase iniziale di sperimentazione con progetti pilota e una successiva estensione su scala cittadina, seguendo un approccio iterativo, basato sulla raccolta di dati, feedback e sulla co-progettazione con gli stakeholder.
Il progetto LOCUS invita imprese, operatori logistici, istituzioni e cittadini a contribuire attivamente alla costruzione di questo nuovo modello urbano, attraverso un questionario online e un workshop pubblico previsto per il 4 settembre.