156 organizzazioni hanno chiesto alla Commissione Europea una moratoria immediata sulla costruzione di nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti. “Abbiamo già 60 milioni di tonnellate di capacità in eccesso: continuare a bruciare rende più difficile per gli Stati membri raggiungere i propri obiettivi climatici nell’ambito del Green Deal europeo e del Clean Industrial Deal.
Secondo i promotori, l’Unione Europea si trova già oggi in una situazione di sovraccapacità strutturale, con impianti in grado di bruciare oltre 60 milioni di tonnellate di rifiuti in più rispetto al necessario. Un paradosso, spiegano, che rischia di bloccare per decenni la transizione verso un’economia circolare, basata sulla riduzione, il riuso e il riciclo dei materiali.
“Espandere l’incenerimento – si legge nella lettera – significa condannare l’Europa a un sistema che distrugge risorse preziose e produce più emissioni di molte fonti energetiche fossili. Ogni nuovo impianto costruito oggi sarà un ostacolo alla neutralità climatica di domani”.
Un sistema che brucia plastica e clima
Gli inceneritori – sottolinea il documento – non sono una fonte di energia “pulita”. Gran parte dei rifiuti bruciati è infatti composta da plastica e materiali derivati da combustibili fossili, e l’energia prodotta da questi impianti risulta più carbonica di quella generata da molte centrali tradizionali.
Costruire nuovi inceneritori oggi – si legge -, significa consolidare infrastrutture ad alte emissioni per decenni, rendendo più difficile il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Green Deal europeo e dal Clean Industrial Deal.
Un rischio anche per la salute
Oltre ai danni ambientali, crescono le preoccupazioni per la salute delle comunità che vivono vicino a questi impianti.
Nonostante i progressi tecnologici, gli inceneritori continuano a emettere sostanze tossiche come diossine, metalli pesanti e PFAS, le cosiddette “sostanze eterne”, che si accumulano nel corpo umano e sono state associate a tumori, problemi immunitari e disturbi dello sviluppo.
“Contrariamente a quanto sostenuto -continua il documento – l’incenerimento non elimina la necessità delle discariche: fino a 16 milioni di tonnellate di residui di incenerimento (inclusi rifiuti pericolosi) vengono smaltiti ogni anno in discarica”.
Un futuro senza incenerimento è possibile
La proposta delle organizzazioni è chiara: fermare la costruzione di nuovi impianti e ridurre progressivamente quelli esistenti, destinando invece gli investimenti pubblici verso soluzioni realmente circolari.
Parliamo di centri di riparazione, impianti di riuso e compostaggio, e sistemi di riciclo avanzato, capaci di creare posti di lavoro, ridurre l’inquinamento e tagliare le emissioni.
L’adesione di Rete Tutela Roma Sud
“In rappresentanza di Roma e provincia – spiega Rete Tutela Roma Sud – abbiamo aderito alla richiesta di una moratoria sui nuovi inceneritori di rifiuti nell’UE. Guidata dalla rete Zero Waste Europe , questa coalizione chiede:
-Una moratoria a livello UE sui nuovi inceneritori di rifiuti (R1 e D10);
-Strategie di riduzione graduale della capacità di incenerimento esistente;
-Maggiori investimenti nelle infrastrutture dell’economia circolare, come sistemi di riutilizzo, compostaggio e tecnologie di riciclaggio.
Continuiamo a diffondere la campagna “Meglio che bruciare “, che comprende un manifesto e testimonianze sull’impatto dannoso dell’incenerimento dei rifiuti in Europa.











