Morti in bicicletta in Italia: 132 decessi da gennaio, Lombardia prima per vittime

L’Osservatorio ASAPS-SAPIDATA registra un aumento dei decessi rispetto al 2024. Il numero dei ciclisti vittime della strada continua a crescere, in un contesto nazionale che mostra un tasso di mortalità superiore alla media europea. Le esperienze estere suggeriscono soluzioni strutturali ancora assenti nel nostro Paese

Morti bicicletta Italia

Alla data del 31 luglio 2025, secondo l’Osservatorio Ciclisti ASAPS-SAPIDATA, sono 132 i ciclisti deceduti sulle strade italiane. Si tratta di un incremento del 21,8% rispetto ai 106 decessi registrati nei primi sei mesi del 2024.

Nel dettaglio, le vittime sono 121 uomini e 11 donne, con una prevalenza significativa tra gli over 65, che rappresentano quasi la metà dei decessi. Preoccupante anche il dato relativo agli episodi di pirateria stradale, che coinvolgono 12 casi su 132 totali, in cui i responsabili si sono dati alla fuga.

Distribuzione temporale e geografica degli incidenti mortali

Il picco di decessi si è registrato nel mese di maggio con 25 vittime, seguito da giugno con 21 e luglio con 19. Nei soli primi tre giorni di agosto, i morti sono già sette.

La Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di incidenti mortali in bicicletta: 33 decessi dall’inizio dell’anno. Seguono Emilia-Romagna (23), Veneto (16), Campania (10) e Lazio e Puglia (8 ciascuna). Chiudono la graduatoria Umbria, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia, con 1 caso ciascuna.

La mappa degli incidenti: geolocalizzazione e aggiornamento in tempo reale

L’osservatorio monitora anche i casi in cui il decesso si verifica oltre i 30 giorni dal sinistro, come accaduto al bambino di 9 anni morto a Gela, in Sicilia, dopo più di un mese dall’impatto.

ASAPS ha attivato un sistema di geolocalizzazione dei sinistri mortali che coinvolgono ciclisti, per rendere visibile e tracciabile il fenomeno, nell’ottica di una maggiore consapevolezza pubblica e di una più chiara individuazione delle aree critiche.

Storie individuali che riflettono un problema collettivo

Dietro ai numeri si celano vicende personali. A Preglia, in Piemonte, Debora Rolando, 48 anni, è stata travolta da un furgone in fase di sorpasso mentre si trovava in sella alla sua bicicletta. Il mezzo ha invaso la carreggiata opposta. L’impatto è stato fatale.

A Terlizzi, in Puglia, tre ciclisti – Antonio Porro (74 anni), Vincenzo Mantovani (50) e Sandro Abruzzese (37) – sono stati travolti da un’auto in corsa. Testimoni riferiscono che la vettura viaggiava a velocità sostenuta. Il conducente è indagato.

Un quadro europeo che evidenzia il divario con l’Italia

Secondo il rapporto 2024 della Partnership for Active Travel and Health (PATH), l’Italia registra il più alto tasso di mortalità ciclistica in Europa: 5,1 decessi ogni 100 milioni di km pedalati. La Francia segue con 2,9, mentre Paesi Bassi, Germania, Svizzera e Irlanda presentano valori inferiori a 2. Il dato italiano risulta più che doppio rispetto alla media dei Paesi virtuosi.

La situazione è confermata anche dalla Fiab – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta. Il presidente Luigi Menna segnala che nel 2024 i ciclisti rappresentavano il 6,3% dei morti per incidenti stradali in Italia, contro il 2% di Vienna, Berlino, Madrid e Parigi e l’1% di Oslo, Stoccolma e Berna.

Una questione strutturale, non emergenziale

I dati aggiornati al 2025 indicano che l’incidentalità ciclistica in Italia non è un fatto episodico, ma un fenomeno che richiede azioni strutturali, infrastrutture dedicate e un ripensamento delle priorità urbane. Le esperienze europee mostrano che ridurre a zero le vittime è possibile. Tuttavia, resta aperta la sfida italiana: garantire a chi pedala sicurezza, visibilità e dignità di movimento.

Articolo precedenteTrattato globale sulla plastica, Plastic Free chiede divieto del monouso e limiti vincolanti
Articolo successivoPalermo, nuovi fondi per il tram: via alla tratta A Nord insieme alle linee C e B