Non c’è una direttiva Salvini contro le zone 30. Cerchiamo di capire cosa c’è

E' stata resa nota una direttiva del Ministero Infrastrutture Trasporti che precisa i limiti entro i quali i Comuni posso istituire zone 30. Si tratta di nuove disposizioni o solo di una precisazione delle disposizioni esistenti? In altre parole: la nuova direttiva diminuisce i poteri dei Comuni o no? Chiaramente la scena, dal punto di vista dell'immagine politico mediatica, è quella che vede il Ministro Salvini difendere gli automobilisti nei confronti dei Comuni che vogliono le zone 30. Ma dato che poi tutto passa attraverso i tecnici e gli atti amministrativi, bisogna poi vedere in concreto cosa succede

zone 30 Salvini
Fonte Ansa

Tutti parlano di Salvini e Bologna Città 30. Tante dichiarazioni, alcune polemiche, altre dialoganti da ambo le parti. Ma cosa sta succedendo in realtà? Formulo la mia ipotesi interpretativa a oggi, giovedì 25 gennaio.

È stata resa nota una direttiva del Ministero Infrastrutture Trasporti che precisa i limiti entro i quali i Comuni posso istituire zone 30. Si tratta di nuove disposizioni o solo di una precisazione delle disposizioni esistenti? In altre parole: la nuova direttiva diminuisce i poteri dei Comuni o no? Chiaramente la scena, dal punto di vista dell’immagine politico mediatica, è quella che vede il Ministro Salvini difendere gli automobilisti nei confronti dei Comuni che vogliono le zone 30. Ma dato che poi tutto passa attraverso i tecnici e gli atti amministrativi, bisogna poi vedere in concreto cosa succede.

Anche perché (come i Comuni in generale hanno ricordato e in particolare quello di Bologna) l’idea stessa delle zone 30 è da anni nelle raccomandazioni del Ministero dei Trasporti.  La “nuova direttiva” sembra che non sia ancora in vigore. Si tratterebbe di una bozza di direttiva che verrà confrontata con Anci prima di essere corretta e diventare operativa. A questo corrispondono i toni abbastanza concilianti dei sindaci Lepore e del presidente Anci, Antonio Decaro. E’ possibile che da ambo le parti sia più conveniente arrivare a un accordo. 

E’ probabile che i Comuni dovranno produrre altre carte (altre motivazioni ulteriori) per motivare i loro provvedimenti. Ma sembra improbabile che strade che sono state messe alla velocità massima di 30 all’ora tornino ai 50 o ai 70 per decisione del Ministero. Primo, perché ci sarebbe un conflitto di potere ( di attribuzione) dall’esito incerto. Secondo, perché vi immaginate che su una strada che era stata messa a 30 chilometri all’ora e poi torna a 50 per decisione diciamo così di Salvini si verifica un incidente grave? 

Tutto questo che ho ipotizzato non sottovaluta né ridimensiona lo scontro politico sentimentale emotivo e nevrotico sui limiti di velocità, ma è per leggere le tappe successive del confronto-scontro. Che sono ancora aperte.