Catia Bastioli, AD di Novamont: “L’Europa faccia la sua parte per non affossare la bioeconomia”

Nel corso del suo intervento alla presentazione del rapporto GreenItaly 2022 di Fondazione Symbola, Catia Bastioli, AD di Novamont, si è soffermata sugli interventi necessari a livello UE per non invalidare il processo di sviluppo del settore della bioeconomia, tra i più dinamici nel quadro economico europeo

Novamont bioeconomia

Riportiamo un estratto delle dichiarazioni di Catia Bastioli, AD di Novamont, durante la presentazione del rapporto GreenItaly 2022 di Fondazione Symbola, sul ruolo centrale dell’Europa per la bioeconomia:

“Una serie di incoerenze legislative della EU sta mettendo a repentaglio gli ingenti investimenti pubblici e privati fatti negli anni nel settore della bioeconomia, il cui valore è stato ribadito solo poche settimane fa a Bruxelles, alla EU Bioeconomy Conference 2022.

Innanzitutto il sistema ETS che va allineato alla tassonomia verde con misure che garantiscano il riconoscimento del valore dei bioprodotti biodegradabili di origine rinnovabile, attualmente fortemente penalizzati dai corrispettivi prodotti di provenienza asiatica, di origine fossile e con un carbon footprint nettamente superiore.

Occorre quindi procedere alla veloce attuazione del Carbon Borden Adjustment Mechanism (CBAM), deciso dall’Europa affinché i biomateriali a bassa impronta di carbonio non debbano subire il dumping derivante dall’importazione di prodotti che hanno un contenuto di carbonio fossile da due a tre volte superiore.

Sempre a livello europeo occorrono codici ATECO che riconoscano il valore degli impianti industriali innovativi per prodotti biobased e biodegradabili (che attualmente devono pagare per la CO2) e codici EER con cui sfruttare i sottoprodotti in una logica realmente circolare, con la consapevolezza che si tratta di un settore in evoluzione dinamica che necessita aree di sperimentazione.

La bioeconomia deve diventare elemento strategico della politica industriale europea e perché ciò accada occorre andare oltre il quadro normativo attuale, in direzione di una nuova Lead Market Initiative e/o di misure di mercato a sostegno di quei bioprodotti che possono contribuire in modo significativo alla bioeconomia circolare, come stanno già facendo, per esempio, Stati Uniti e Cina.

La grande sfida che abbiamo di fronte è non sprecare ciò che abbiamo costruito finora e trasformare questa multi-crisi senza precedenti in un’opportunità di rigenerazione di un territorio così fragile e così straordinariamente ricco di diversità come il nostro Paese”.