Rifiuti Ue, gli obiettivi negli Stati membri: Italia promossa ma in ritardo sulla plastica

La Commissione Europea ha fatto il punto sugli Stati membri e alcuni target da raggiungere nella gestione rifiuti. L’Italia è fuori dalla lista dei 18 paesi che rischiano di non raggiungere i principali target al 2025 sul riciclo dei rifiuti urbani e degli imballaggi, con un ritardo solo sul target specifico per il packaging in plastica. La Commissione scrive inoltre che "una tassa più alta sulle discariche e sugli inceneritori ("ecotassa") sosterrebbe il riciclaggio in modo più efficiente"

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Nell’ultima relazione pubblicata l’8 giugno, la Commissione Europea ha fatto il punto sugli Stati membri e alcuni target da raggiungere nella gestione rifiuti: si tratta degli obiettivi di preparazione per il riutilizzo, degli obiettivi di riciclo per i rifiuti urbani, dell’obiettivo globale di riciclo degli imballaggi, tutti al 2025, nonché l’obiettivo di collocamento in discarica per il 2035. 

La relazione costituisce una “segnalazione preventiva” e valuta la probabilità che gli Stati membri raggiungano gli obiettivi di riciclaggio stabiliti nella direttiva quadro sui rifiuti e nella direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, ovvero: preparazione per il riutilizzo e riciclaggio del 55% dei rifiuti urbani; riciclaggio del 65% di tutti i rifiuti di imballaggio; e obiettivi di riciclaggio dei rifiuti di imballaggio specifici per materiale (il 75% per la carta e il cartone, il 70% per il vetro, il 70% per i metalli ferrosi, il 50% per l’alluminio, il 50% per la plastica e il 25% per il legno).

Quanto agli obiettivi per il 2025, nove Stati membri sono sulla buona strada per conseguirli; si tratta di Austria, Belgio, Cechia, Danimarca, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovenia.

Tuttavia 18 Stati membri rischiano di mancare uno o entrambi gli obiettivi fissati per il 2025. Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Lettonia, Portogallo, Spagna e Svezia rischiano di non raggiungere l’obiettivo dei rifiuti urbani. Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Ungheria, Lituania, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia rischiano invece di mancare entrambi gli obiettivi previsti per i rifiuti urbani e anche l’obiettivo globale di riciclaggio dei rifiuti di imballaggio per il 2025.

Alcuni paesi continuano inoltre a smaltire in discarica la maggior parte dei rifiuti urbani e probabilmente non riusciranno a raggiungere l’obiettivo di collocamento in discarica previsto per il 2035. La Commissione ha rivolto loro raccomandazioni, basandosi sul costante sostegno finanziario e tecnico fornito per migliorare le prestazioni in materia di gestione dei rifiuti.

La produzione di rifiuti è in aumento

Ogni anno i cittadini europei generano in media 530 kg di rifiuti urbani a persona (rifiuti provenienti da nuclei domestici e rifiuti analoghi prodotti dalle imprese). Sebbene siano sempre più riciclati e sempre meno collocati in discarica, i rifiuti urbani costituiscono uno dei flussi più complessi da gestire. Nell’UE circa il 50% dei rifiuti urbani è riciclato o destinato al compostaggio mentre il 23% è collocato in discarica. La produzione dei rifiuti di imballaggio è aumentata in misura costante negli ultimi anni: tra il 2013 e il 2020 ha registrato un aumento del 15% in tutta l’UE, raggiungendo quasi 80 milioni di tonnellate. Oggi si ricicla il 64% dei rifiuti di imballaggio, anche se il tasso varia a seconda del materiale, superando infatti il 75% per gli imballaggi di carta, cartone e metallo, e scendendo al di sotto del 40% per gli imballaggi in plastica – il che rappresenta un problema per la maggior parte dei paesi dell’UE, che in molti casi rischiano di mancare l’obiettivo di riciclaggio specifico per materiale di quest’ultimo tipo di rifiuti.

Profonde differenze tra gli Stati membri

La relazione mette in luce differenze significative delle prestazioni nella gestione dei rifiuti all’interno dell’UE. Alcuni paesi hanno ancora molta strada da fare per raggiungere gli obiettivi fissati dalla normativa UE e servono ulteriori riforme, in particolare: garantire il trattamento dei rifiuti organici, che rappresentano un terzo dei rifiuti urbani e la raccolta differenziata dei rifiuti, un prerequisito per il riciclaggio, e migliorare la qualità dei dati. Tuttavia la maggior parte dei paesi dell’UE ha attuato o sta attuando riforme per migliorare i tassi di riciclaggio, alcune delle quali dovrebbero dare i propri frutti nei prossimi anni.

Le prestazioni hanno inoltre risentito di fattori esterni, tra cui la pandemia di COVID-19 che in alcuni paesi ha portato alla riduzione o all’interruzione della raccolta differenziata. Anche la recente impennata dei prezzi dell’energia incide negativamente sulle attività di riciclaggio.

La situazione italiana

L’Italia è fuori dalla lista dei 18 paesi che rischiano di non raggiungere i principali target al 2025 sul riciclo dei rifiuti urbani e degli imballaggi, con un ritardo solo sul target specifico per il packaging in plastica. La Commissione scrive inoltre che “una tassa più alta sulle discariche e sugli inceneritori (“ecotassa”) sosterrebbe il riciclaggio in modo più efficiente”.

Raccomandazioni e sostegno dell’UE

La Commissione rivolge raccomandazioni specifiche ai 18 Stati membri che rischiano di mancare i principali obiettivi di riciclaggio per il 2025. Queste riguardano un’ampia gamma di azioni: ridurre i rifiuti non riciclabili, aumentare il riutilizzo, incrementare la raccolta differenziata, sviluppare le capacità di trattamento dei rifiuti a fini di cernita e riciclaggio, migliorare la governance, impiegare strumenti economici e avviare attività di sensibilizzazione.

La Commissione continuerà a sostenere gli Stati membri nell’attuazione della normativa dell’Unione in materia di rifiuti attraverso i fondi dell’UE e l’assistenza tecnica (ad esempio mediante il riesame dell’attuazione delle politiche ambientalilo scambio di migliori pratiche e la promozione dell’apprendimento tra pari). Spetta tuttavia alle autorità nazionali intensificare gli sforzi politici e accelerare gli interventi sul campo.

Inoltre la Commissione ha presentato iniziative che contribuiscono a un’economia più circolare e che aiuteranno gli Stati membri a gestire meglio i rifiuti e a raggiungere i relativi obiettivi, come le proposte di nuovi regolamenti sulle spedizioni di rifiuti, sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio e sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili.

Per ulteriori informazioni

Relazione

Documenti di lavoro dei servizi della Commissione

Schede informative per ciascuno Stato membro