“Oggi ho recuperato… kiwi!”. Le ricette antispreco della Carovana Salvacibo

La rubrica di Machi (driver della Carovana Salvacibo ma non solo) contro lo spreco alimentare propone trucchi e ricette per una cucina a spreco zero o quasi. Fonte d’ispirazione sono le giornate di recupero all’interno del CAAT che ogni giorno salvano più di 1000 kg di frutta e verdura invenduti all’interno del Centro Agro-Alimentare di Torino

kiwi

Questo “strano” 2021 sta finendo e i cambiamenti climatici si sentono, il freddo non è più tornato in questo inverno ma son tornati i kiwi!

Questo frutto ricchissimo di vitamine è un toccasana per la nostra salute e anche per la nostra digestione. Si tratta di una bacca commestibile dall’aspetto curioso: ricoperto da una buccia pelosa racchiude al suo interno una polpa acidula e saporita, coi caratteristici semini neri che scrocchiano in bocca; il colore della polpa varia dal verde al giallo.

Quando recuperiamo i kiwi, come sta succedendo a me in questo periodo con la Carovana Salvacibo, dobbiamo fare attenzione prima di tutto alla loro consistenza: se la buccia si ammacca già con una lieve pressione e la polpa risulta di un verde molto scuro, probabilmente, il frutto è da buttare, anche ci sono persone che amano il particolare sapore dolcissimo e liquoroso che il kiwi assume durante quest’ultimo momento della propria maturazione; mangiarlo in questo stadio della sua vita non ci causa alcun danno, quindi provate! Magari fate parte di coloro a cui piacciono i kiwi ben maturi e da ora in poi, grazie al recupero, non ne resterete mai più senza.

Se, invece, i kiwi che avete recuperato, al mercato o nel vostro frigo, risultano duri e dall’aspetto rinsecchito, quasi sicuramente, il cuore bianco che racchiudono all’interno ha assunto una consistenza legnosa, davvero difficile da masticare, ma dal sapore estremamente dolce. Addentiamo questi kiwi direttamente, senza usare cucchiaini o coltelli, così da poter trattare il loro torsolo come quello di una mela: mangiandoci intorno.

L’Italia è il secondo produttore di kiwi al mondo, è quindi un frutto che possiamo trovare e proveniente dal nostro territorio. Consumando cibi prodotti localmente, permettiamo di risparmiare tempo e risorse per il trasporto e lo stoccaggio, riducendo l’inquinamento.

Per conservare questi frutti più a lungo, cerchiamo di tenerli lontani da mele, pere e banane, che ne accelerano la maturazione. Inoltre, non tutti sanno che del kiwi non si dovrebbe buttare via niente, se non il piccolo picciolo. La buccia è commestibile e nonostante i peli, che possono comunque essere tolti con un panno, non modifica molto il sapore del kiwi; almeno una volta, provate a non pelarlo prima di mangiarlo e scoprite se potete evitare di gettare quella parte del frutto.

Una ricetta utile se vi capitasse di avere kiwi da recuperare ma non aveste voglia di mangiarli subito:

Kiwi essiccati

Lavo molto bene i kiwi, cercando di eliminare i peli; li taglio a fettine sottili e li dispongo sulla teglia da forno. Li faccio cuocere per almeno un paio di ore col forno a 100°, rigirandoli di tanto in tanto; aprire la porta del forno permette anche all’umidità di uscire, quindi fatelo senza preoccupazioni. Quando le fette risultano essiccate, private cioè di tutta l’acqua che contenevano, spengo il forno e lascio raffreddare con la porta chiusa. Una volta raffreddato, prendo le fettine e le ripongo in un barattolo: saranno pronte all’occorrenza, se avrò bisogno di uno spuntino sano o di un piccolo aiuto per andare in bagno.