Le politiche globali di riduzione delle emissioni di gas serra non riescono ancora a colmare il divario tra ambizioni e risultati concreti. È quanto emerge dal nuovo rapporto di sintesi delle Nazioni Unite sui Contributi determinati a livello nazionale (NDC), che valuta gli impegni climatici dei Paesi firmatari dell’Accordo di Parigi.
Secondo il documento, anche se i piani nazionali venissero attuati nella loro totalità, la riduzione complessiva delle emissioni si attesterebbe tra il 19% e il 24% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019. Una cifra che resta molto lontana dal -60% necessario per limitare il riscaldamento globale entro 1,5 °C, soglia considerata decisiva per evitare gli effetti più gravi della crisi climatica.
Il Wwf: serve un piano globale per rispettare l’obiettivo 1,5 °C
In vista della COP30, che si terrà a Belém, in Brasile, dal 10 al 21 novembre 2025, il Wwf chiede un piano di risposta globale capace di unire gli sforzi dei governi e delle imprese per ridurre rapidamente le emissioni.
Secondo Manuel Pulgar-Vidal, responsabile globale per il clima e l’energia del Wwf, “gli sforzi compiuti finora sono insufficienti. La soglia di 1,5 °C è un limite legale, morale e scientifico. Serve un’azione collettiva immediata per fermare il pianeta sull’orlo del collasso”.
Pulgar-Vidal sottolinea come le soluzioni tecnologiche siano già disponibili in tutti i settori, ma manchi la volontà politica per adottarle su larga scala e finanziarle adeguatamente. “La COP30 – ha dichiarato – deve essere il momento in cui gli sforzi si accelerano davvero, per garantire un futuro vivibile alle generazioni che verranno”.
L’appello all’Europa e ai Paesi del G20
Il Wwf evidenzia che solo 64 Paesi hanno presentato i propri piani aggiornati entro la scadenza del 30 settembre 2025, rappresentando appena un terzo delle emissioni globali. Tra i grandi assenti figurano Unione Europea, Stati Uniti e Cina, le principali economie mondiali.
“È deludente – commenta Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia – che l’UE non abbia ancora presentato il suo NDC, a pochi giorni dall’inizio dei negoziati. L’Europa rischia di perdere la sua autorevolezza proprio nel momento in cui servirebbe più leadership nella transizione energetica”.
Midulla richiama inoltre gli impegni presi alla COP28, ribadendo che “occorre transitare fuori dai combustibili fossili, triplicare le fonti rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica. Il mondo non può più permettersi ritardi mascherati da diplomazia”.
Progressi e priorità per la transizione equa
Nonostante i ritardi, il rapporto ONU rileva progressi significativi nell’inclusione di misure per la tutela delle foreste nei piani nazionali. Il Wwf invita a partire da questi risultati per definire, alla COP30, nuovi impegni concreti volti a fermare la deforestazione e il degrado forestale entro il 2030.
L’organizzazione sottolinea anche la necessità di una transizione giusta ed equa, che affronti le questioni legate a energia, metano, industria pesante e sostegno alle comunità più vulnerabili.
Il briefing del Wwf Italia in vista della COP30
Per preparare la stampa ai temi del vertice, il Wwf Italia organizza martedì 4 novembre alle ore 11.00 un media briefing online su Teams dedicato ai giornalisti.
Interverranno Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia, e Bernardo Tarantino, EU & International Institutional Affairs Specialist del Wwf Italia, che sarà presente a Belém durante la seconda settimana della COP30.
L’incontro offrirà una panoramica sulle principali questioni in discussione, sugli obiettivi del negoziato e sui risultati attesi, in vista di un appuntamento che vedrà leader mondiali, imprese e società civile impegnati a definire azioni concrete per contrastare la crisi climatica globale.











