Il percorso di diffusione del marchio “Organico Biorepack” entra in una nuova fase con l’avvio della campagna integrata “Ce l’ha il Biorepack?”, concepita per rendere più immediato il riconoscimento degli imballaggi in bioplastica compostabile e favorire il corretto conferimento nel rifiuto umido. Il progetto costituisce il fulcro della comunicazione 2025 del Consorzio Biorepack, primo sistema europeo di responsabilità estesa del produttore dedicato a questa tipologia di materiali.
La campagna, presentata il 1 dicembre 2025, è stata interamente sviluppata da Connexia, brand di marketing e comunicazione della MarTech company Retex, che ha curato la strategia, il concept creativo e la pianificazione media.
L’esordio televisivo è avvenuto il 30 novembre con una versione long da 60 secondi, anticipata da una pagina dedicata sui principali quotidiani nazionali. Nel mese di dicembre il messaggio sarà diffuso su un ampio ventaglio di canali: i formati da 30 e 15 secondi saranno trasmessi su Rai, Mediaset, Cairo RCS, Sky, Discovery e sulle piattaforme Netflix, Disney+ e YouTube. La versione cinematografica da 60 secondi accompagnerà le proiezioni nelle sale UCI Cinemas e The Space, mentre contenuti specifici saranno presenti sugli schermi Class UpTv nelle metropolitane e negli aeroporti.
La pianificazione include anche un formato audio da 30 secondi, diffuso sulle emittenti radiofoniche Mediaset e GEDI/CNR Media, oltre che su Spotify, e una presenza dedicata sulla stampa generalista e specializzata. Una ulteriore finestra di visibilità sarà garantita tra il 14 e il 20 dicembre grazie a un contenuto video da 65 secondi affidato alla voce di Gerry Scotti durante la messa in onda del programma “La Ruota della Fortuna”.
Al centro della comunicazione è posto il nuovo marchio “Organico Biorepack”, introdotto sulle confezioni compostabili delle aziende consorziate e frutto di un percorso di ricerca durato 24 mesi. Il pittogramma, composto da una mano rivolta verso un contenitore dei rifiuti e da un torsolo di mela come simbolo della compostabilità, si affianca alle certificazioni già esistenti e potrà essere utilizzato solo previa autorizzazione del Consorzio.
Il marchio risponde a una criticità ricorrente: la difficoltà di identificare con immediatezza il materiale di un imballaggio e, di conseguenza, la possibile errata destinazione nella raccolta differenziata. Con la presenza del simbolo, la destinazione nell’umido diventa più chiara e immediata, riducendo il rischio di errori e migliorando la qualità della frazione organica inviata al riciclo.
La scelta del concept “Ce l’ha il Biorepack?” nasce dall’intenzione di trasformare il controllo del marchio in un gesto quotidiano, semplice e ripetitivo, capace di entrare nel linguaggio comune. L’espressione, volutamente diretta e riconoscibile, stimola i cittadini a verificare gli imballaggi prima del conferimento, collegando in modo immediato il gesto al Consorzio e alla filiera delle bioplastiche compostabili.
Il presidente di Biorepack, Marco Versari, evidenzia che le attività di comunicazione assumono un ruolo centrale per ampliare la conoscenza del valore ambientale ed economico degli imballaggi compostabili e per avvicinare questo tema al pubblico oltre la cerchia degli addetti ai lavori.
Secondo Massimiliano Trisolino, managing partner di Connexia, il lavoro svolto mira a rafforzare la vocazione informativa del Consorzio, contribuendo a ridurre gli errori nel conferimento dell’umido e a facilitare comportamenti più corretti da parte degli utenti.
Il lancio del marchio e della campagna conferma la strategia di Biorepack orientata a migliorare la raccolta differenziata dell’organico, elemento chiave per potenziare il riciclo dei rifiuti compostabili e valorizzare una filiera industriale che rappresenta una delle eccellenze della bioeconomia italiana.
Maggiori informazioni sono disponibili su www.biorepack.org/it/marchio-biorepack.











