La Commissione europea torna ad attenzionare il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) dell’Italia, evidenziando nell’EU-wide assessment sui PNIEC, gravi carenze rispetto agli obiettivi climatici europei e alle raccomandazioni già formulate nel 2023. Si conferma che l’Italia si mostra inadempiente, recependo solo parzialmente le indicazioni di Bruxelles e mancando l’occasione di colmare davvero le profonde lacune già emerse nella versione preliminare del piano. Lo mette in luce il Wwf in una nota che riportiamo integralmente.
Nonostante i lievi miglioramenti rispetto alla precedente bozza di piano, le carenze più gravi si registrano nei settori coperti dall’Effort Sharing Regulation (ESR), vale a dire trasporti stradali, edifici, rifiuti, agricoltura e piccola industria, e dal Regolamento LULUCF, cioè l’assorbimento del suolo e delle aree boschive, dove le misure previste risultano inadeguate rispetto agli impegni assunti dall’Italia in sede europea. La Commissione invita l’Italia ad aumentare gli sforzi in tutti i settori ESR e a valutare nuove misure per garantire il rispetto dei target vincolanti.
Anche sul fronte delle energie rinnovabili, l’Italia rischia di rallentare la transizione: sebbene siano stati descritti alcuni progressi sull’individuazione delle “aree idonee”, la Commissione segnala come le scelte operate – soprattutto quelle relative all’identificazione di aree non idonee – possano ostacolare il raggiungimento degli obiettivi rivisti della Direttiva RED. Grave la mancanza di dettagli sulle tempistiche e le fasi procedurali per l’attuazione delle misure previste, nonché i più recenti sviluppi sul piano interno che rischiano ancora di più di mettere a serio rischio il raggiungimento degli obiettivi per le rinnovabili.
Il quadro appare ulteriormente aggravato dalla scelta di inserire, nella versione definitiva del PNIEC, riferimenti allo sviluppo del nucleare. Sul punto, la Commissione europea chiede espressamente all’Italia di chiarire tale opzione, sottolineando le implicazioni critiche che essa comporta in termini di costi, tempi di realizzazione, accettabilità politica e cooperazione regionale.
Sul fronte sociale, il PNIEC continua a ignorare le fasce più vulnerabili della popolazione. Risulta (ancora!) in corso l’elaborazione di indicatori nazionali sulla povertà energetica, di conseguenza il target di riduzione del numero di famiglie in povertà energetica si conferma del tutto privo di ambizione. Nessuna misura strutturale o finanziaria significativa è prevista al di là di quelle già inserite e la Commissione critica l’assenza di una base analitica solida per la redazione del futuro Piano Sociale per il Clima, in particolare riguardo all’impatto dell’ETS2 e all’identificazione dei gruppi vulnerabili.
Altri punti critici segnalati dalla Commissione includono: la mancata definizione di una roadmap per l’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili; l’eccessiva dipendenza da tecnologie e combustibili rinnovabili importati (come i biocarburanti), con potenziali conflitti su scala internazionale e con gli obiettivi LULUCF; l’insufficienza delle misure per l’efficienza energetica nei trasporti e nell’industria, in contrasto con i requisiti del nuovo EED; l’assenza di una strategia integrata sull’adattamento climatico, in particolare per la gestione delle risorse idriche.
Alla luce del giudizio della Commissione, l’Italia deve garantire una piena e tempestiva attuazione delle misure necessarie per raggiungere i propri obiettivi energetici e climatici, garantendo il raggiungimento degli obiettivi del PNIEC con misure adeguate. I rilievi arrivati da Bruxelles, del resto, rispecchiano le critiche avanzate da più parti, tra cui il WWF; chiediamo che il Governo italiano dimostri serietà e coerenza nell’affrontare la crisi climatica, abbandonando ogni ambiguità e adottando misure concrete, efficaci e allineate agli impegni europei.
Il WWF insieme ad A Sud e al Can-Europe ha già presentato alla Commissione europea un formal complaint per ottenere che le inadempienze del PNIEC siano valutate in maniera formale e puntuale. In un momento storico in cui la crisi climatica impone scelte rapide, ambiziose e trasparenti, il PNIEC italiano continua a tradire le aspettative europee e dei cittadini. Le raccomandazioni della Commissione europea non possono più essere ignorate o recepite in modo frammentario: servono una chiara assunzione di responsabilità politica un radicale cambio di passo.