Piemonte, piano rifiuti (Prubai) incardinato in Consiglio regionale

L'approvazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate (Prubai) torna in Consiglio Regionale per poter accedere all'erogazione dei finanziamenti della Comunità europea nell'ambito del Programma Regionale Fesr. Dopo aver illustrato il Piano, l'assessore regionale all'Ambiente Matteo Marnati ha chiesto una settimana di tempo per rimodularlo dopo gli interventi dell'aula, rinviando i lavori al prossimo martedì

Piemonte piano rifiuti Prubai

Presentato in Consiglio Regionale del Piemonte il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate (Prubai), la cui approvazione “costituisce condizione per l’erogazione dei finanziamenti della Comunità europea nell’ambito del Programma Regionale Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) 2021-2027″.

Adottato dallo scorso giugno 2022, l’obiettivo del Piano è quello di promuovere la transizione da un economia lineare ad un’economia circolare basandosi sui principi elaborati a livello europeo e che prevenga la produzione di rifiuti, incrementi il riciclaggio, promuova il recupero energico, minimizzi il ricorso allo smaltimento in discarica e favorisca la impianti di prossimità. Già nel 2022 si parlò di una riduzione di rifiuti urbani non superiore a 2.000.000 di tonnellate.

Tornando al Consiglio dei giorni scorsi, l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati in aula ha spiegato: “Nel Piano che stiamo presentando (Prubai) si riuniscono, in un unico strumento di pianificazione, il Piano regionale dei rifiuti urbani e quello di Bonifica delle aree inquinate che, fino ad ora, erano stati adottati separatamente”.

Ha proseguito, poi, sottolineando che “il Piano ha una prospettiva fino al 2035 e prende in considerazione gli obiettivi nazionali e comunitari da raggiungere. Circa i rifiuti urbani si punta a una riduzione della produzione complessiva; quindi a un incremento della percentuale di raccolta differenziata all’80%; un miglioramento della qualità dei rifiuti differenziati raccolti in grado di garantire il raggiungimento di un tasso di riciclaggio del 65%; una riduzione della produzione dei rifiuti urbani residuali sino a 90 kg anno per abitante”.

Marnati ha anche precisato che “la termovalorizzazione sarà utilizzata solo quando non è possibile il recupero di materia, con conseguente riduzione del conferimento in discarica di rifiuti inferiore al 3%“.

Dopo l’illustrazione sono emerse diverse considerazioni in aula. Secondo il vicepresidente del gruppo M5s “per suggerire obiettivi più performanti, abbiamo presentato numerosi emendamenti. È importante, secondo la gerarchia europea per primo diminuire la quantità dei rifiuti, avere una buona raccolta differenziata e massimizzare il recupero. Purtroppo nel nuovo Piano si parla di termovalorizzazione che è una soluzione appena migliore di quella del conferimento in discarica e che, quindi, sarebbe da evitare”, riporta la nota di Regione Piemonte.

L’esponente del gruppo Ev ha lamentato che “il Piano è stato purtroppo richiamato in Aula nonostante la disponibilità dimostrata in Commissione. Un provvedimento poco ambizioso e poco coraggioso. Si rischia di tornare indietro e di non riuscire a diffondere le buone capacità dei territori migliori a quelli che sono più indietro. Si continua ad abbinare la crescita economica con l’aumento della quantità dei rifiuti, quando l’obiettivo principale del Piano dovrebbe essere la riduzione degli stessi”.
Secondo un consigliere del gruppo Pd “il Piemonte è in ritardo di 15 anni sulla raccolta differenziata. Se prendiamo il 2021, il dato del nostro territorio è pari al 65%, rispetto alla Regione prima in classifica, che è il Veneto, che ha un dato pari al 76,18%. Il Piemonte è solo al nono posto nella raccolta differenziata. Inoltre, l’obiettivo di produzione di rifiuti non dovrebbe essere un dato complessivo ma un dato pro capite, per evitare la deresposabilizzazione”.
La presidente del gruppo Luv ha affermato che <<non si devono assecondare le paure dei territori ma si deve stimolare l’innovazione e motivare il miglioramento delle performance. La continuità con il Piano precedente è in termini conservativi, anche con passi indietro e risulta poco sfidante>>.
Il capogruppo della Lega ha parlato di <<un piano moderno che gestisce i rifiuti nel modo migliore. Non bisogna avere un approccio dogmatico verso la termovalorizzazione: la Lombardia ha 13 impianti e il Veneto 4. Sotterrare in discarica non è moderno e non è ecologico. La tecnologia per i nuovi impianti ha fatto passi da gigante. Teniamo conto che vi sono rifiuti che ancora escono dalla nostra regione. Dobbiamo spingere per l’economia circolare e massimizzare la differenziata con la quale possiamo ottenere cospicui fondi Fesr>>”, continua la nota della Regione.

In chiusura del dibattito l’assessore, per venire incontro ad alcune richieste dei gruppi consiliari, ha chiesto una settimana di tempo per rimodulare il Piano. Il presidente del Consiglio regionale, sentiti i gruppi consiliari ha sospeso i lavori che vengono rinviati il prossimo martedì”, conclude la nota.