Unionplast contro la Plastic tax: servono regole eque per non penalizzare la filiera

"Abbiamo il dovere di sottolineare non solo l’evidente stagnazione in cui il nostro settore versa ma anche le criticità irrisolte e i danni conseguenti che un’imposta così congegnata rischia di infliggere a tutta la filiera della plastica, le cui ultime conseguenze arriveranno agli stessi riciclatori". Così Unionplast, l'associazione che rappresenta i trasformatori di materie plastiche italiani, a proposito della tassa da 450 euro a tonnellata sui manufatti a singolo impiego (MACSI) che dovrebbe scattare il 1° luglio 2026

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“Abbiamo il dovere di sottolineare non solo l’evidente stagnazione in cui il nostro settore versa e la riduzione ai massimi storici delle marginalità, ma anche le criticità irrisolte e i danni conseguenti che un’imposta così congegnata rischia di infliggere a tutta la filiera della plastica, le cui ultime conseguenze arriveranno agli stessi riciclatori”. Così Unionplast, l’associazione che rappresenta i trasformatori di materie plastiche italiani, a proposito della plastic tax, la tassa da 450 euro a tonnellata sui manufatti a singolo impiego (MACSI) che dovrebbe scattare il 1° luglio 2026 dopo sette rinvii consecutivi.

La misura è stata pensata come leva per favorire la domanda di materiali di plastica riciclata, esentati dall’imposta.

Tuttavia secondo Unionplast, “gli oneri amministrativi sproporzionati, la moltitudine dei soggetti passivi della tassa – produttori di imballaggi e brand owner -, la conseguente inefficienza dei controlli, la mancanza di strumenti scientifici per distinguere il riciclato dal vergine, la sproporzione del tributo e la conseguente crisi di liquidità, oltre che la enormità delle sanzioni, mettono a rischio la tenuta industriale delle imprese“.

Ancora: “L’allarme principale riguarda il mercato: la tassa, così strutturata, non incentiverà l’uso di riciclato, ma spingerà progressivamente clienti e brand owner ad abbandonare la plastica per materiali alternativi non tassati, non necessariamente più sostenibili. Non solo: l’esperienza della plastic tax spagnola dimostra come simili misure abbiano punito il mercato interno, aprendo le porte a importazioni di riciclati di dubbia origine e a basso costo”.

“Unionplast richiama quindi alla serietà del confronto intersettoriale e ribadisce la necessità di un provvedimento che sostenga davvero l’economia circolare, senza contraddire gli obiettivi del PNRR, e senza scaricare costi e rischi su chi, ogni giorno, trasforma la plastica in valore industriale e occupazionale per il Paese creando risorse per l’industria a valle”.

Il prossimo 8 ottobre a Roma è previsto un incontro, convocato dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, su richiesta di Assorimap, che invece è favorevole alla tassa, per fare il punto sulla crisi del settore plastica italiano.

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