Pompe di calore, la Commissione europea rimanda il piano d’azione

L’Associazione europea delle pompe di calore (EHPA) ha denunciato che il piano è stato messo in secondo piano dalla Commissione, la quale non ha fornito una data precisa per la sua presentazione. Questo potrebbe compromettere gli obiettivi di decarbonizzazione del settore edilizio, che dipende ancora in gran parte dai combustibili fossili

L’Associazione europea delle pompe di calore (EHPA) ha denunciato che il piano è stato messo in secondo piano dalla Commissione, la quale non ha fornito una data precisa per la sua presentazione

La Commissione europea, per favorire lo sviluppo e la produzione delle pompe di calore nell’Ue, aveva avviato ad aprile una consultazione pubblica preliminare alla definizione di un piano d’azione da presentare entro l’anno. Tuttavia, come lamenta l’Associazione europea delle pompe di calore (EHPA), le proposte sono state messe da parte e se ne discuterà, forse, dopo le elezioni europee di giugno.

Le pompe di calore dovranno quindi attendere, pur essendo un elemento chiave del processo di decarbonizzazione del calore, come dichiarato da Thomas Nowak, segretario generale EHPA: “Invece di risolvere i problemi, la Commissione ha lasciato [il piano d’azione] nel dimenticatoio”.

Questa decisione potrebbe compromettere gli obiettivi di Bruxelles, di raggiungere almeno 30 milioni di unità installate in tutta l’Ue, anche per diminuire notevolmente la dipendenza del continente dal gas russo.

Il settore edilizio è responsabile del 36% delle emissioni totali di gas serra dell’Ue, con i sistemi di riscaldamento e raffreddamento che si basano ancora per il 70% sui combustibili fossili. Ma diversi ostacoli ostacolano l’affermazione definitiva delle pompe di calore, come segnalato da alcuni osservatori, industrie di settore e Ong. Il primo di tutti è il ritardo normativo dei Paesi membri nel vietare la vendita di caldaie tradizionali: la Germania ci aveva provato, ma la misura non è stata ben accolta e il governo ha dovuto fare marcia indietro.

Un altro ostacolo per le pdc è che i prezzi del gas sono di nuovo calati, più rapidamente di quelli dell’elettricità: “i consumatori, che devono affrontare anche l’inflazione, gli alti tassi di interesse e l’aumento del costo della vita, hanno meno fiducia nel mercato delle pompe di calore. È difficile risparmiare sui costi operativi delle pompe di calore, con prezzi dell’elettricità che rimangono elevati”, spiegano da EHPA.

Altri problemi sono la mancanza di installatori qualificati e la reale capacità delle reti elettriche di gestire il carico aggiuntivo.

Interpellata via e-mail dall’agenzia Euractiv, la Commissione europea ha dichiarato che il “lavoro preparatorio” del piano d’azione è ancora in corso. “In questa fase non possiamo fornire una data precisa per la presentazione del piano d’azione”, ha affermato un portavoce.

Nel frattempo il mercato delle pompe di calore sta subendo una riduzione. I dati sulle vendite europee nell’ultimo trimestre del 2023 sono in calo del 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: alla fine del 2022 furono vendute circa 565.000 unità, ora 485.000.

Secondo la stessa EHPA, che ha fornito i dati, il crollo è dovuto ai messaggi contrastanti sull’argomento che arrivano dal mondo politico e al forte calo dei prezzi del gas naturale. I prezzi del gas sull’indice olandese TTF oggi sono circa tre volte inferiori rispetto all’anno scorso, quasi sui livelli pre-crisi.

I precedenti tentativi di correggere lo squilibrio dei prezzi tra gas naturale ed elettricità – spesso derivati da diversi livelli di tassazione – non sono mai andati a buon fine. Il quadro fiscale dell’Ue per la tassazione dell’elettricità resta bloccato a causa di gravi disaccordi tra i Paesi membri.

L’Italia ha comunque un ruolo fondamentale nella decarbonizzazione dei riscaldamenti edilizi. Al momento – va detto, grazie alla spinta del Superbonus ora in fase di smantellamento – rappresenta il secondo mercato europeo per questo tipo di tecnologia: nel corso di quest’anno il totale delle pompe di calore installate nel nostro Paese è stato di 520 mila, in crescita dalle 382 mila del 2022. In testa alle vendite c’è la Francia, che supera le 600 mila unità installate nel 2023.

Nonostante il panorama attuale, le ambizioni dell’EHPA puntano a raggiungere 60 milioni di pompe di calore in Europa entro il 2030. Con adeguati quadri normativi e il superamento degli ostacoli attuali, i Paesi europei dovrebbero riuscire ad aggiungere circa 43,2 milioni di pompe di calore nei prossimi 7 anni, portando il totale a 20 milioni già installati.