Le materie prime critiche (CRM) rappresentano oggi una risorsa strategica per l’Europa e per il futuro della transizione energetica e digitale.
Secondo il rapporto “Critical Raw Materials Outlook for Waste Electrical and Electronic Equipment”, elaborato dal consorzio FutuRaM e finanziato dall’Unione europea, nei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) generati annualmente nell’area EU27+4 (Ue, Regno Unito, Svizzera, Islanda e Norvegia) si trovano oltre un milione di tonnellate di materie prime critiche, come rame, alluminio, palladio, neodimio e gallio.
Una “miniera urbana” da valorizzare
L’analisi, pubblicata in occasione dell’International E-Waste Day 2025, evidenzia come i rifiuti elettronici europei costituiscano una vera e propria miniera urbana.
Il volume complessivo dei Raee è destinato a crescere dalle 10,7 milioni di tonnellate del 2022 a una quantità compresa tra 12,5 e 19 milioni di tonnellate entro il 2050, mentre la presenza di materie prime critiche potrebbe salire fino a 1,9 milioni di tonnellate.
A seconda delle politiche adottate e dell’efficienza dei sistemi di raccolta e riciclo, l’Europa potrebbe arrivare a recuperare fino a 1,5 milioni di tonnellate di CRM l’anno, riducendo la dipendenza da Paesi terzi e garantendo una fonte stabile di risorse strategiche.
Riciclo, riparazione e progettazione: le chiavi della circolarità
Il rapporto FutuRaM individua tre scenari di sviluppo: business-as-usual, recupero e circolarità.
Il modello circolare, che combina progettazione sostenibile, riparazione e riciclo avanzato, consentirebbe di mantenere i volumi di Raee intorno ai livelli attuali e allo stesso tempo recuperare oltre un milione di tonnellate di materie prime critiche all’anno.
Questo approccio ridurrebbe la pressione ambientale, limiterebbe la dispersione di sostanze pericolose e garantirebbe al continente una fonte autonoma di metalli essenziali per la mobilità elettrica, l’industria tecnologica e le energie rinnovabili.
Dove si trovano le materie prime critiche
Le materie prime critiche si nascondono in molti dispositivi di uso quotidiano: rame in cavi e schede elettroniche, alluminio in involucri e telai, palladio e platino nei circuiti stampati, terre rare in magneti e display.
Secondo il rapporto, conoscere la composizione dei prodotti e favorire il disassemblaggio a fine vita è il primo passo per migliorare il recupero e limitare la dispersione di materiali preziosi.
Europa, dipendenza e opportunità
Attualmente l’Europa importa oltre il 90% delle proprie materie prime critiche e ne ricicla appena l’1%.
Per la commissaria europea Jessika Roswall, è necessario un cambio di mentalità che trasformi i rifiuti elettronici in una fonte di ricchezza sostenibile, riducendo la vulnerabilità del continente alle tensioni geopolitiche.
Anche il WEEE Forum sottolinea come il riciclo dei Raee rappresenti una strategia economica e geopolitica, oltre che ambientale, per assicurare i materiali indispensabili alla crescita verde e digitale.











