Report di sintesi IPCC 2023, Greenpeace: “E’ un manuale di sopravvivenza”

Il rapporto è stato approvato durante una sessione di una settimana a Interlaken (Svizzera) e fornisce un focus deciso sul tema delle perdite e dei danni che continueranno in futuro e che colpiranno particolarmente le persone e gli ecosistemi più vulnerabili. Per Greenpeace si tratta di "un manuale di sopravvivenza. Non occorre attendere un miracolo, esistono già le soluzioni di cui abbiamo bisogno per dimezzare le emissioni in questo decennio. Un accordo per l’eliminazione equa e rapida di carbone, petrolio e gas deve diventare la priorità assoluta dei governi"

Nella giornata del 20 marzo 2023, il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (IPCC) ha pubblicato il report di Sintesi (SYR6), il sesto ciclo di Valutazione sui Cambiamenti Climatici (AR6), consegnandone una copia a tutti i governi e indicando le linee guida di strategie da seguire per fronteggiare e mitigare la grande crisi climatica in atto.

Si tratta della sintesi dei più recenti rapporti sul cambiamento climatico: “Le basi fisico-scientifiche” (2021), “Impatti, adattamento e vulnerabilità” (2022), “Mitigazione dei cambiamenti climatici” (2022), “Riscaldamento Globale di 1.5” (2018), “Climate Change and Land” (2019), “Oceano e Criosfera in un clima che cambia” (2019).

“L’integrazione di un’azione climatica efficace ed equa non solo ridurrà le perdite e i danni per la natura e le persone, ma fornirà anche benefici più ampi. Questo rapporto di sintesi sottolinea l’urgenza di intraprendere azioni più ambiziose e dimostra che, se agiamo ora, possiamo ancora garantire un futuro sostenibile e vivibile per tutti”, ha dichiarato il presidente dell’IPCC Houseng Lee.

In relazione al nuovo documento dell’IPCC, Greenpeace Italia ha rilasciato delle dichiarazioni in merito all’importanza del testo come linea guida per i decisori politici.

“La scienza del clima è ineludibile: questo rapporto è il nostro manuale di sopravvivenza”, dichiara Reyes Tirado dell’Unità scientifica di Greenpeace International presso l’Università di Exeter.  “Le decisioni che prendiamo oggi, e nei prossimi otto anni, possono garantire un pianeta più sicuro per i millenni a venire. Politici, leader e classi dirigenti di tutto il mondo devono fare una scelta: difendere il clima per le generazioni presenti e future, o comportarsi come  criminali che lasciano un’eredità tossica ai nostri figli e nipoti”.

Simona Abbate, campaigner Energia e Clima di Greenpeace Italia, dichiara: “Non occorre attendere un miracolo, esistono già le soluzioni di cui abbiamo bisogno per dimezzare le emissioni in questo decennio. Un accordo per l’eliminazione equa e rapida di carbone, petrolio e gas deve diventare la priorità assoluta dei governi. Gli eventi estremi saranno sempre più frequenti se non interveniamo subito, ma il governo italiano sembra andare nella direzione opposta, nel folle intento di trasformare il nostro Paese in un “hub del gas” per l’Europa. Una scelta che alimenta la crisi climatica e rischia di trasformare l’Italia in un “hub dei cambiamenti climatici”.

“La crisi climatica ha già un grave impatto sui Paesi e sulle comunità più vulnerabili, che spesso hanno anche meno responsabilità nel riscaldamento globale. I governi devono intervenire affinché chi inquina paghi, assumendosi le proprie responsabilità. Un buon inizio sarebbe una tassa sugli esorbitanti extra-profitti-accumulati dall’industria del gas e del petrolio, per aiutare le popolazioni che subiscono elevate perdite e danni a causa dei cambiamenti climatici. 
Il rapporto appena pubblicato ha ribadito che le soluzioni esistono già e che questo è il decennio cruciale per l’azione a favore del clima, poiché gli impatti climatici continuano a intensificarsi e si prevede che si intensificheranno a ogni ulteriore innalzamento della temperatura media globale. L’IPCC ha presentato i fatti scientifici come una guida dettagliata per i nostri governi, che hanno ancora la possibilità di agire per il bene delle persone e del pianeta. 
Il tempo per intervenire non è illimitato e il rapporto dell’IPCC chiarisce quali devono essere gli obiettivi della politica climatica nei prossimi mesi e anni, lasciando ai leader mondiali il compito di fare progressi o di proseguire sulla strada dell’ingiustizia climatica. La COP28 (il prossimo vertice sul clima delle nazioni Unite che si terrà negli Emirati Arabi) deve prendere in considerazione questo importante rapporto e porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili, incrementare le energie rinnovabili e sostenere una giusta transizione verso un futuro a zero emissioni di carbonio”, conclude Greenpeace.