Riapertura scuole, le richieste dei sindaci: orari scaglionati e incremento di mezzi pubblici

Lo ha riferito il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, al termine dell'incontro convocato dalla ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, che ha coinvolto tutti i sindaci metropolitani in teleconferenza. Tuttavia le criticità sono molte

“L’obiettivo comune è di riaprire le scuole, abbiamo offerto la nostra massima disponibilità al governo. Un obiettivo con ogni evidenza di interesse dei bambini e dei ragazzi”. Così il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, al termine dell’incontro convocato dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che ha coinvolto tutti i sindaci metropolitani in teleconferenza.  “La nostra massima disponibilità però non può prescindere da alcuni nodi sui quali siamo tornati a sollecitare la ministra e l’intero governo – aggiunge Decaro – bisogna intervenire perché si fissino orari di ingresso e uscita davvero scaglionati e sull’incremento di mezzi di trasporto, soprattutto extraurbani, al fine di garantire che si evitino affollamenti sugli autobus e alle fermate”. 

Gli fa eco il sindaco di Genova, Marco Bucci: “La riapertura delle scuole è ancora in dubbio se prima o dopo Natale. Abbiamo chiesto più fondi alle Città metropolitane e ai Comuni per il trasporto pubblico degli studenti sia aumentando i bus in generale si introducendo nuovi autobus specifici solo per il trasporto scolastico”.

Servono anche, ha aggiunto Decaro, “protocolli sanitari univoci e chiari per fissare le modalità di tracciamento, di quarantena e utilizzo dei test rapidi. Nel corso della riunione è emersa anche la necessità dell’adeguamento tecnologico delle scuole per consentire che la didattica a distanza conti su connessioni efficienti”. 

Se il rientro a scuola sarà per tutti il 9 dicembre si saprà ufficialmente solo tra qualche giorno. Il comitato tecnico-scientifico e parte del governo propendono per questa data, mentre alcuni epidemiologi sono scettici.   replica watches

Così come sono scettici alcuni governatori, sempre a causa del nodo trasporti. Ad esempio l’assessora all’Istruzione dell’Emilia Romagna, Paola Salomoni, spiega a Repubblica le principali criticità della sua regione: “Con la capienza dei bus al cinquanta per cento la situazione è di difficile soluzione. I mezzi pubblici cittadini e provinciali sono già utilizzati al massimo, gli acquisti dei mezzi si possono progettare adesso per avere le macchine dodici mesi dopo. Per trovare soluzioni bisogna affidarsi agli ingressi sfalsati, ma il territorio dell’Emilia Romagna ha una larga diffusione di scuole nei territori interni, anche in montagna, e oggi non è semplice prolungare gli orari di ragazzi che già fanno un’ora all’andata e una al ritorno per raggiungere il loro istituto e ripartire”.

La ministra Azzolina tuttavia non demorde. “Ho molto apprezzato lo spirito di collaborazione emerso dalla riunione con i sindaci. Siamo tutti d’accordo che la scuola sia una priorità, lavoriamo insieme per riportare gradualmente gli studenti in classe”, commenta la ministra Lucia Azzolina dopo l’incontro. “Non sarebbe serio da parte mia in questo momento dare delle date, dobbiamo discuterne insieme a tutto il governo e tutto ciò dipenderà da come andrà la curva dei contagi nei prossimi giorni”.  “Abbiamo bisogno, come un governo serio deve fare – ha aggiunto – di osservare i contagi nei prossimi giorni, se la curva continuerà a decrescere, come al momento appare possa essere possibile, allora sì che possiamo pensare non a un ritorno di tutti gli studenti delle scuole superiori a scuola, ma di una parte, gradualmente”. 

Infine Massimo Galli, primario dell’Ospedale Sacco di Milano e professore di Malattie infettive all’Università Statale, al Gazzettino: “Abbiamo clamorosamente toppato il contenimento dell’infezione dopo il lockdown di marzo. Mi rendo conto che ci sono esigenze diverse come quella della scuola, importantissima, ma il riaprire troppo presto per richiudere sarebbe uno smacco ancora peggiore perché sarebbe costato qualcosa nel mezzo. Al di là della buona volontà messa in campo da tutti coloro che ci hanno lavorato, ora non possiamo dire che ci siano garanzie sufficienti. Non ha senso riaprire fino a quando non si è nelle condizioni di sicurezza. Sono scettico sulla garanzia assoluta paventata da alcuni all’interno della scuola, ho la consapevolezza che le barriere architettoniche, come le aule troppo piccole, sono quelle che sono e la pretesa di tenere un’intera classe con la mascherina mi pare eccessiva”.