Riciclo plastica, la crisi si ridimensiona? Il punto della situazione

Il tavolo al Ministero dell'Ambiente, tenutosi il 25 novembre, si è concluso senza drastiche svolte, né rotture, né provvedimenti eccezionali. Resta sicuramente una situazione di difficoltà. Molte aziende devono allargare i siti di stoccaggio e comunque non rinunciano a chiedere aiuti. Il tavolo al Ministero si riunirà di nuovo a metà dicembre

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In attesa di ulteriori dettagli da parte degli abbottonatissimi (per ora) protagonisti, sembra che la paventata crisi del riciclo della plastica in Italia si sia ridimensionata. Il tavolo al Ministero dell’Ambiente, tenutosi il 25 novembre, si è concluso senza drastiche svolte, né rotture, né provvedimenti eccezionali. Resta sicuramente una situazione di difficoltà. Le aziende che riciclano la plastica stanno facendo quest’ anno più fatica a “piazzarla” sul mercato delle materie prime seconde, subiscono la concorrenza della plastica ” vergine” o addirittura di plastica malamente o falsamente “riciclata” a prezzi più bassi, e soffrono per i costi più alti dell’ energia. Non sono infatti state comprese negli impianti altamente energivori meritevoli di sovvenzioni statali.

Dal tavolo è emerso un impegno del Governo a maggiori controlli alle dogane nei confronti di importazioni che si configurano come concorrenza sleale e l’ impegno a riconoscere un credito di imposta alle aziende che acquistano plastica riciclata dai riciclatori certificati ( quelli di Assorimap). Si tratta però di un credito di imposta che può arrivare al massimo a 20 mila euro per azienda in un anno. Una cifra significativa solo per piccolissime aziende. Nella riunione sembra che Confindustria Anci e gli altri soggetti interessati abbiano chiesto ad Assorimap di non drammatizzare la situazione, che potrebbe avere degli aspetti solamente congiunturali e passeggeri. E per il momento infatti non ci sono blocchi.

E’ interessante però che in queste settimane siano tornate all’ordine del giorno le impostazioni di transizione ecologica dell’Unione Europea nel campo degli imballaggi, della plastica e della gestione dei rifiuti. Detto con parole nostre: non si può stare fermi, o si va avanti sulla strada dell’economia circolare o si torna al primato di inceneritori e discariche. Ecco quindi che si chiede di premere sul mercato perché si trasformi la plastica correttamente riciclata, e di conseguenza, a monte, si faccia una raccolta differenziata di qualità che faciliti una corretta selezione. Ecco che appare, o riappare con forza, in Parlamento una proposta di legge per introdurre la cauzione su bottiglie e lattine monouso (A buon rendere, molto più di un vuoto). Ecco che qualcuno torna a parlare di plastic tax.

Per quanto riguarda la situazione specifica del riciclo della plastica, intanto, molte aziende devono allargare i siti di stoccaggio e comunque non rinunciano a chiedere aiuti. Il tavolo al Ministero si riunirà di nuovo a metà dicembre.

Proprio in contemporanea con l’incontro al Ministero sul riciclo della plastica, Eco dalle Città ha tenuto un incontro sul tema “I Rifiuti sono troppi“.

Una constatazione semplice ed elementare ma completamente rimossa dalla attenzione mediatica politica e persino dalla agenda degli addetti ai lavori. La prima “erre” delle priorità per la gestione sostenibile dei rifiuti è la loro riduzione. Dovrebbe esserlo… Nella Settimana Europea della Riduzione dei Rifiuti si sono svolte molte azioni, ma in generale non si sta riuscendo a presentare opzioni concrete immediate, al di là della educazione ambientale. (“Meglio riparare gli apparecchi elettronici ed elettrici anziché buttarli”) Quello che hanno detto tutti i partecipanti al dibattito, al di là dei loro diversi ruoli e punti di vista, è che se la massa totale dei rifiuti continua a crescere o comunque a non diminuire, non si può riciclare tutto, né riciclare bene, né riciclare all’infinito. In Piemonte è addirittura leggermente aumentato l’indifferenziato procapite. Ma anche se si arrivasse a percentuali di differenziazione e di riciclo altissime, non è sostenibile un sistema che ci porta a produrre mezza tonnellata di rifiuti a testa all’anno. Oltretutto con un incremento di materiali difficili da gestire e riciclare come spesso sono le plastiche.

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