Rifiuti delle imprese: crescono più velocemente del PIL

Dai risultati dello studio “La produzione di rifiuti cresce più del PIL. Un confronto con l’Europa che conta” condotto dal Laboratorio per i servizi pubblici locali di REF emerge un’Italia maglia nera nella produzione di rifiuti da parte delle imprese, con più di 80 milioni di tonnellate annue, ed è al primo posto in Europa anche per intensità di produzione di rifiuti per 1.000 euro di PIL: 52 chilogrammi di rifiuto per 1.000 euro di PIL. Necessario promuovere il riutilizzo degli scarti e il recupero energetico di quanto non riciclabile

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Foto di Ralf Vetterle da Pixabay

In Italia le imprese producono ogni anno più di 80 milioni di tonnellate di rifiuti, un volume pari a più del doppio dei rifiuti prodotti dalle famiglie e in costante crescita negli ultimi dieci anni. Scarti dalla lavorazione dei rifiuti, imballaggi e fanghi della depurazione delle acque
sono i rifiuti più prodotti (48 milioni di tonnellate, +68% negli ultimi dieci anni).

Produciamo più rifiuti degli altri Paesi europei sia nella manifattura sia nei servizi: trattiamo come rifiuti scarti che potrebbero essere reimmessi nei processi produttivi come materie prime seconde. Produciamo anche più rifiuti e scarti nella gestione dei rifiuti stessi: in parte è una virtù, perché testimonia la spinta al riciclo del nostro Paese, in parte è una anomalia, perché il recupero di materia deve sopperire alla mancanza di impianti per il recupero energetico.

Questo è il messaggio che emerge dallo studio “La produzione di rifiuti cresce più del PIL. Un confronto con l’Europa che conta” condotto dal Laboratorio per i servizi pubblici locali di REF Ricerche (scaricabile al link https://laboratorioref.it/la-produzione-di-rifiuti-cresce-piu-del-pil-unconfronto-con-leuropa-che-conta/).

“La produzione di rifiuti delle imprese cresce a ritmi superiori a quelli del PIL ed è più elevata di quella di Francia e Germania. Per ridurre le distanze dalle migliori esperienze europee è necessario potenziare i sottoprodotti, l’End of Waste e il recupero energetico.” ha commentato Donato Berardi, direttore del think tank di REF Ricerche.

In Italia la produzione di rifiuti corre più veloce del PIL

Le politiche ambientali degli ultimi anni, e nello specifico quelle che ruotano intorno al tema dell’economia circolare, si sono concentrate a più riprese sul tema dello sganciamento del PIL dalla produzione di rifiuti.
L’Italia si è progressivamente allontanata da questo obiettivo: tra i maggiori Paesi europei l’Italia è il Paese dove la produzione di rifiuti è cresciuta di più (+21%), nonostante la riduzione del PIL (-8% tra il 2010 e il 2020). Francia e Germania al contrario, sono un caso virtuoso, dove la produzione di rifiuti è cresciuta meno del PIL.

In Italia la produzione di rifiuti per 1.000 euro di PIL è più alta: in particolare nell’industria

L’Italia, tra i maggiori Paesi UE, è quello con la maggiore intensità di produzione di rifiuti per 1.000 euro di PIL: 52 chilogrammi di rifiuto per 1.000 euro di PIL. Neanche il COVID-19 ha invertito la tendenza. Nonostante il fermo di alcune attività, la produzione di rifiuti per unità di PIL ha continuato a crescere.

L’Italia produce più rifiuti per 1.000 euro di PIL nel tessile, nell’arredamento e nel food&beverage

Nel 2020, l’industria manifatturiera italiana ha generato circa 117 chilogrammi di rifiuti per 1.000 euro di PIL, a fronte degli 86-87 chilogrammi di Francia e Germania. La distanza dalle migliori esperienze europee accomuna molti settori manifatturieri di nostra specializzazione: l’Italia produce più rifiuti per 1.000 euro di PIL nel tessile, nell’arredamento e nel food&beverage.

Una anomalia che non necessariamente deve essere letta come minore efficienza o attenzione alla prevenzione del sistema industriale italiano, piuttosto è lo specchio dei ritardi della disciplina dei sottoprodotti” (riutilizzo nei processi produttivi come materie prime seconde, ndr), che induce le imprese a gestire come rifiuti anche materiali e scarti che potrebbero essere reimmessi nel processo produttivo, con un addendum di costi e carico amministrativo.

Riutilizzo dei rifiuti come materie prime seconde e recupero energetico di ciò che non è riciclabile: gli ingredienti di una strategia

Occorre intervenire per efficientare la gestione degli scarti della produzione (disciplina dei sottoprodotti e dell’End of Waste), migliorare il riciclo e realizzare gli impianti per la chiusura del ciclo, specialmente per il recupero energetico dei rifiuti (termovalorizzatori).

La prevenzione riduce a monte la produzione di rifiuti, in quanto ne evita la produzione. Per questo, occorre ridurre i rifiuti prodotti dalla manifattura favorendone il riutilizzo come materie prime seconde e la simbiosi industriale.

Per approfondire

“La produzione di rifiuti cresce più del PIL. Un confronto con l’Europa che conta”, REF Ricerche, Position Paper n. 232, febbraio 2023, liberamente scaricabile al link: https://laboratorioref.it/laproduzione-di-rifiuti-cresce-piu-del-pil-un-confronto-con-leuropa-che-conta/.