Rifiuti di Roma, il Tar respinge il ricorso di Albano Laziale: la discarica resta aperta

I giudici amministrativi confermano la legittimità del provvedimento della sindaca della Città Metropolitana di Roma, Virginia Raggi, che aveva ordinato la riattivazione dell'impianto per scaricare parte dei rifiuti della Capitale. Per il tribunale amministrativo, a fronte delle criticità connesse alla gestione del ciclo dei rifiuti, "non vi è dimostrazione che l'attività autorizzata dall'atto impugnato apporti in sé un aggravamento della contaminazione del sito"

Dopo aver respinto la richiesta di sospensiva a luglio, il Tar del Lazio ha respinto il ricorso contro la riapertura della discarica di Albano Laziale, presentato dal sindaco del Comune dei Castelli, Massimiliano Borelli. I giudici amministrativi confermano la legittimità del provvedimento della sindaca della Città Metropolitana di Roma, Virginia Raggi, che aveva ordinato la riattivazione dell’impianto per scaricare parte dei rifiuti della Capitale. Per il tribunale amministrativo, a fronte delle criticità connesse alla gestione del ciclo dei rifiuti, “non vi è dimostrazione che l’attività autorizzata dall’atto impugnato apporti in sé un aggravamento della contaminazione del sito”.

Una foto della sentenza pubblicata su facebook da Borelli

Il sindaco di Albano Laziale, molto attivo in tutte queste ultime settimane al fianco di cittadini e attivisti nel contestare la riapertura della discarica, anche alla luce delle criticità emerse dai rifiuti di Roma, ha affidato a facebook tutto il suo disappunto:

Il Tar ha respinto la nostra richiesta di domanda cautelare per la chiusura della discarica di Roncigliano.
Le motivazioni le potete leggere nell’immagine allegata.

Come Sindaco, in queste settimane sono stato spesso presente al sito di discarica, mettendoci la faccia e prendendomi applausi e fischi. Dire che sono molto amareggiato è riduttivo.

Le motivazioni che hanno scritto i giudici del TAR le rispetto ma non le condivido affatto.

L’evidenza dei fatti dimostra che non c’è stata alcuna istruttoria preventiva, perchè in questi ultimi 4 anni nessuno ha bonificato il sito, e vi era una sola relazione Arpa aggiornata.

I rifiuti conferiti, se stiamo alle analisi fatte dalla stessa ARPA, non erano conformi, e quelle sulle falde ancora non sono arrivate.

Continuiamo a credere che non sia sufficiente un monitoraggio a posteriori, oltretutto con questa cadenza.

Chissà quanto abbia pesato il continuo e martellante grido di disperazione proveniente dal Campidoglio. Si è arrivati addirittura ad evocare la riunione del G20 per avere la necessità di nascondere l’immondizia romana sotto il tappeto di Roncigliano.

Adesso è questa la preoccupazione: che questo diventi un alibi per conferire immondizia anche non trattata. Dovremo alzare ancora di più il livello di attenzione, ed incalzare le istituzioni preposte a fornire dati aggiornati e puntuali, per poter intervenire, come recita il dispositivo della sentenza.