Rinnovabili in Piemonte, aree industriali e discariche al centro delle zone accelerate

Semplificazione autorizzativa per il fotovoltaico su superfici già compromesse, avvio della Valutazione ambientale strategica e obiettivo di 4.991 MW di nuova potenza da fonti rinnovabili entro il 2030, in attuazione delle direttive europee e della normativa nazionale

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La pianificazione energetica regionale entra in una nuova fase. La Giunta regionale del Piemonte ha avviato la procedura per individuare le Zone di accelerazione, aree nelle quali l’installazione di impianti a fonti rinnovabili potrà beneficiare di iter autorizzativi semplificati e tempi ridotti. Il provvedimento prende avvio con l’approvazione della Relazione tecnica e del Rapporto preliminare ambientale, passaggio che apre formalmente la fase di scoping della Valutazione ambientale strategica (Vas).

L’impostazione adottata privilegia il fotovoltaico su aree industriali, discariche e siti contaminati da bonificare, con l’obiettivo di concentrare i nuovi impianti su superfici già antropizzate e limitare il consumo di suolo agricolo e naturale. La scelta risponde agli obiettivi assegnati al Piemonte dal decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che prevede l’installazione di 4.991 megawatt di nuova capacità rinnovabile entro il 2030.

Il percorso regionale si inserisce nel quadro delineato dal Decreto legislativo 190/2024 e dalla direttiva europea Red III, che impongono agli Stati membri di mappare il territorio e individuare, entro febbraio 2026, le aree idonee e non idonee allo sviluppo delle rinnovabili. La Regione Piemonte sta predisponendo una normativa dedicata per disciplinare le zone a procedura accelerata, distinguendole da quelle soggette a regime ordinario o considerate incompatibili.

Secondo il Rapporto preliminare, le zone di accelerazione comprenderanno aree industriali esistenti di dimensioni significative, discariche attive o in fase post-operativa e siti contaminati oggetto di interventi di bonifica. Rientrano inoltre tra le aree idonee superfici già edificate come tetti e facciate, parcheggi, aree adiacenti alle infrastrutture autostradali, stabilimenti dotati di Autorizzazione integrata ambientale, invasi idrici, laghi di cava e miniere dismesse, oltre ad ambiti legati al servizio idrico integrato.

Il piano riconosce gli impianti a fonti rinnovabili come opere di interesse pubblico prevalente, introducendo la possibilità di ridurre i tempi autorizzativi e, in determinati casi, di esentare i progetti dalla Valutazione di impatto ambientale, a condizione dell’adozione di adeguate misure di mitigazione. Il quadro delineato mira anche a favorire strumenti come i Power Purchase Agreements, contratti di fornitura diretta di energia che sostengono l’autonomia produttiva delle imprese e lo sviluppo delle comunità energetiche.

Con l’avvio della Vas si apre ora una fase di confronto tecnico e istituzionale finalizzata alla definizione puntuale della cartografia delle aree. L’obiettivo dichiarato è completare l’iter normativo in tempi compatibili con le scadenze europee, creando le condizioni per sbloccare gli investimenti e accelerare la transizione energetica regionale.

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