Riciclo, arte e giustizia minorile: presentato a Roma il progetto “Redivivus” di Corepla

"Redivivus" trasforma il riciclo in un percorso di rinascita e trasformazione. Protagonisti i giovani degli Istituti Penali per Minorenni e degli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni di Palermo, Catania, Acireale e Caltanissetta, autori di 19 opere realizzate con bottiglie in PET riciclate. Promossa dal consorzio per il riciclo degli imballaggi in plastica, l’iniziativa parte dalla Sicilia con l’ambizione di diventare un modello educativo replicabile a livello nazionale

Roma Redivivus Corepla

Il riciclo come linguaggio di rinascita personale e strumento di inclusione sociale. È questa la chiave del progetto “Redivivus”, presentato a Roma presso l’Istituto Centrale del Restauro al Complesso Monumentale di San Michele a Ripa, promosso da Corepla con il patrocinio del Ministero della Giustizia e la cura di Mani&Mente di Romina Scamardi.

Il progetto coinvolge i giovani degli Istituti Penali per Minorenni e degli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni di Palermo, Catania, Acireale e Caltanissetta, autori di 19 opere realizzate utilizzando bottiglie in PET riciclate. Attraverso un percorso di laboratorio e formazione, i partecipanti hanno trasformato materiali di scarto in creazioni artistiche, reinterpretando capolavori della storia dell’arte e costruendo, al tempo stesso, una nuova immagine di sé.

Cassuti (Corepla): “Il riciclo è anche un gesto culturale e sociale”

L’educazione alla sostenibilità è una parte fondamentale della nostra missione – ha dichiarato Giovanni Cassuti, presidente di Corepla –. Crediamo che il riciclo non sia solo un gesto ambientale, ma anche culturale e sociale: significa riconoscere valore e potenzialità dove altri vedono scarto. Con Redivivus dimostriamo che la sostenibilità può generare crescita, bellezza e riscatto personale. Le bottiglie rinascono, ma anche i ragazzi possono farlo, se messi nelle condizioni di riscoprire sé stessi e immaginare un futuro diverso”.

Arte e sostenibilità per una nuova educazione alla responsabilità

Nel percorso di Redivivus, la plastica riciclata diventa materia viva, simbolo di trasformazione e rinascita. Le opere esposte rappresentano un viaggio simbolico: dal rifiuto all’opera d’arte, dal limite alla possibilità. La creatività diventa così un mezzo per riscoprire il proprio valore, restituendo ai giovani un senso di partecipazione e responsabilità.

Partito dalla Sicilia, il progetto mira a diventare un modello educativo nazionale, replicabile all’interno degli istituti penali minorili e dei servizi di giustizia minorile, dove l’arte e il riciclo si fanno strumenti di ascolto, consapevolezza e formazione civica.

Giustizia minorile: un sistema in difficoltà

Il contesto in cui nasce Redivivus è quello di un sistema di giustizia minorile in crescita per presenze e complessità. Alla fine di aprile 2025, gli Istituti Penali per Minorenni ospitavano 611 ragazzi, di cui 27 ragazze e circa la metà di origine straniera. A giugno, secondo l’Associazione Antigone, le presenze erano 586, mentre considerando anche le misure restrittive alternative – comunità, affidamento e messa alla prova – si arriva a 4.747 giovani coinvolti nei primi nove mesi dell’anno, con un aumento dell’8,1% rispetto al 2024 (fonte: Garante Lazio).

Dati che, come osservano gli operatori, evidenziano una crescente fragilità educativa e sociale, con un aumento dei casi di custodia cautelare e un sistema che fatica a intercettare il disagio giovanile prima che si traduca in devianza.

Un percorso di riscatto e responsabilità collettiva

In questo scenario, Redivivus rappresenta una risposta concreta alla necessità di percorsi educativi efficaci, capaci di offrire ai ragazzi strumenti di espressione e partecipazione.
Dietro ogni numero, infatti, c’è una storia di fragilità, ma anche una possibilità di rinascita.

Il progetto di Corepla, fondato sulla sostenibilità, sull’arte e sulla giustizia riparativa, propone un modello di educazione ecologica e civile che coniuga il recupero dei materiali al recupero delle persone, mostrando come anche il riciclo possa diventare metafora di rigenerazione umana.

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