Caro energia, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri firma l’ordinanza sui riscaldamenti

L'ordinanza posticipa al 21 novembre l'accensione degli impianti di riscaldamento e anticipa il loro spegnimento al 31 marzo 2023 inoltre, rispetto al piano nazionale, vengono ridotte anche le ore di funzionamento dell'impianto, si passa da 11 a un massimo di 10 ore tre le 5 e le 23

Roberto Gualtieri ordinanza sui riscaldamenti

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha firmato un’ordinanza che regola il periodo, gli orari di funzionamento e le temperature dei riscaldamenti per la stagione sul territorio di Roma, un’ora in meno di funzionamento al giorno e via libera all’accensione solo a novembre inoltrato. Inoltre, nel caso in cui le condizioni meteorologiche fossero propizie, il sindaco si riserva la facoltà di di anticipare ulteriormente lo spegnimento degli impianti.

Recependo il decreto ministeriale numero 383 del 6 ottobre 2022, il provvedimento prevede l’accensione degli impianti termici a partire dal 21 novembre e lo spegnimento il 31 marzo 2023. Questo decreto prevede che la riduzione sia di 15 giorni (e di un grado centigrado). Queste soluzioni nascono anche per “l’insicurezza nell’approvvigionamento di gas ed il relativo aumento di prezzo“, si legge nella premessa dell’ordinanza, che sono conseguenze dirette della guerra in Ucraina.

Se in precedenza il periodo di accensione degli impianti di riscaldamento era previsto dall’8 novembre al 7 aprile, con l’ordinanza del sindaco si slitta di due settimane l’accensione e si anticipa di sette giorni lo spegnimento. Inoltre, il periodo di attività degli impianti viene ridotto da 11 ore, come consentito per le regioni di fascia D come il Lazio, a 10 ore giornaliere, dalle 5 alle 23. Cala anche la temperatura massima consentita che scende di un grado rispetto al piano nazionale. Si va così dai 17 gradi, più due di tolleranza, in strutture adibite ad attività industriali, artigianali e assimilabili; fino ai 19 gradi, più due di tolleranza, in tutti gli altri edifici, compresi quindi uffici pubblici e abitazioni.

Gli ospedali e altre strutture sanitarie, così come le piscine e le saune, non sono interessati dal piano locale di riduzione dei consumi. Allo stesso modo, gli edifici adibiti ad attività industriali o artigianali alimentati con fonti rinnovabili sono esenti dalle restrizioni. Le scuole gestite dal Comune non sono soggette a restrizioni, ma per asili nido e materne è prevista una riduzione di un grado sulla massima dei caloriferi, potrà essere regolata a 19 gradi più due di tolleranza.