Sanremo, Greenpeace: “ENI sfrutta ancora una volta il Festival per fingersi green”

Plenitude non sta effettivamente operando una svolta verso la sostenibilità, come potrebbero far credere i suoi annunci pubblicitari. I dati della società mostrano che le vendite nel 2021 sono state alimentate per il 65% da fonti fossili come il gas, e solo il 35% da energia elettrica, la maggior parte della quale ancora derivante da fonti non rinnovabili

Sanremo Greenpeace ENI

“Mentre milioni di persone sono preoccupate per il caro energia che appesantisce le bollette, ENI non solo continua a macinare profitti record e ad alimentare la crisi climatica, ma per il secondo anno consecutivo sfrutta il palcoscenico di Sanremo per fare greenwashing, promuovendo una presunta svolta green, ampiamente smentita dai fatti, che suona come l’ennesima presa in giro nei confronti di italiane e italiani”. Così Chiara Campione, responsabile della campagna Clima di Greenpeace Italia commenta la sponsorizzazione del festival di Sanremo da parte di Plenitude, società controllata al 100 per cento da ENI.

Nonostante annunci e pubblicità martellanti che potrebbero far pensare a una svolta sostenibile, Plenitude continua a basare le proprie attività principalmente su fonti fossili come il gas: lo testimoniano i dati della stessa società, le cui vendite nel 2021 (ultimi dati disponibili) sono state garantite per il 65 per cento dalle forniture di gas, mentre le vendite di energia elettrica sono state pari al 35 per cento. Ma anche gran parte di questa elettricità è derivata da fonti fossili.

“Grazie a extraprofitti da record derivanti da gas e petrolio, ENI può sponsorizzare eventi come il Festival di Sanremo che servono solo a ripulirsi l’immagine e a sviare l’attenzione dalle gravi responsabilità dell’azienda nella crisi climatica», continua Campione. «È ora di liberare il mondo della musica, della cultura, dello sport, dell’informazione e dell’istruzione dalla propaganda tossica dell’industria fossile, così come già da tempo abbiamo fatto con le pubblicità e le sponsorizzazioni dell’industria del tabacco”.