Con una nota, Roma Capitale ha fatto sapere di aver proceduto alla formale consegna al concessionario RenewRome Srl delle aree della zona industriale di Santa Palomba destinate alla realizzazione del termovalorizzatore.
L’operazione – spiega -, dal 2 settembre consentirà l’avvio delle attività preliminari di cantierizzazione e preparazione del sito e delle opere anticipate secondo quanto previsto dal cronoprogramma. In particolare, si tratta di indagini archeologiche, verifiche per l’eventuale presenza di ordigni bellici e rimozione di abusi preesistenti.
Parallelamente – ricorda la Capitale -, è in corso il Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) per consentire il completamento dell’iter autorizzativo dell’opera e l’avvio della realizzazione dell’impianto.
Le dichiarazioni di Rete Tutela Roma Sud
“La consegna è un atto formale che vincola ulteriormente il committente con il concessionario”, dice ad Eco dalle Città il referente di Rete Tutela Roma Sud Marco Alteri.
In merito alle richieste di integrazione documentale e di deroga mosse da diversi Comuni dell’area attorno al futuro impianto e relative al Paur, poi aggiunge che “la Struttura commissariale non ha ancora risposto. Ma, tra i suoi poteri, non c’è la possibilità di non rispondere”.
In questo contesto, la Rete ha recentemente diramato una nota in cui spiega: “Vista l’opacità con cui il Commissario Straordinario del Governo Roberto Gualtieri porta avanti il progetto del termovalorizzatore di S. Palomba, pubblicheremo al posto suo (almeno due a settimana per un mese) le richieste di integrazione documentale trasmesse dai Comuni, suddivise per argomento”.
Una delle richieste – si legge sulla nota – verte sulla mancata descrizione delle “ragionevoli alternative”, un requisito fondamentale previsto dalla normativa europea, in termini di tecnologia, ubicazione, dimensioni esaminate, le ragioni della scelta operata alla luce degli impatti e, immancabilmente, l’alternativa zero. Tali requisiti sono ulteriormente rafforzati dalle Disposizioni operative VIA della Regione Lazio (DGR 884/2022), che rafforzano il nesso tra selezione localizzativa e qualità istruttoria.
La contestazione sollevata – continua la Rete – riguarda in particolare la motivazione “sito fissato da ordinanza” – riferita all’area di Santa Palomba individuata dall’Ordinanza del Commissario Straordinario n. 8/2022 – che si ritiene non possa valere come esonero dall’esame delle alternative di localizzazione. Si ribadisce che gli atti commissariali, pur potendo accelerare le procedure, non possono derogare agli obblighi contenutistici della VIA di fonte europea, né sostituire la valutazione comparativa di siti/alternative. La giurisprudenza e la prassi unionale sono chiare nell’escludere che atti interni possano sterilizzare l’analisi delle alternative nella VIA, pena la compromissione della legittimità del provvedimento conclusivo.
Per queste ragioni – spiega la nota -, è stato richiesto il deposito di un elaborato integrativo che includa:
- Un set di siti alternativi (aree industriali/brownfield coerenti con PRG/strumenti comunali e criteri sovraordinati), con un perimetro di ricerca motivato in base a vincoli, accessibilità, reti energetiche/idriche e distanza da recettori sensibili.
- Un confronto multi-criterio tra le alternative, valutando impatti su aria, suolo, acque, rumore, traffico, paesaggio, salute (VIS), consumo di suolo, clima (CO₂) e costi/fattibilità, con pesi e indicatori trasparenti, seguendo le indicazioni SNPA 28/2020.
A livello procedimentale – prosegue la nota – è stata richiesta la sospensione dei termini del procedimento RM/2025/6475 fino al deposito dell’elaborato integrativo sulle alternative. L’obiettivo è garantire il recepimento in VIA/PAUR dell’opzione risultata ambientalmente preferibile, con condizioni coerenti e adeguata motivazione. In caso di mancato deposito dell’integrazione, ci si riserva di valutare l’improcedibilità per carenza dei contenuti minimi previsti dall’Allegato VII del TUA.
Questa richiesta – conclude la Rete – sottolinea l’importanza cruciale di una valutazione ambientale completa e trasparente, in linea con le normative vigenti, per assicurare la sostenibilità e la legittimità dei progetti sul territorio.